Il primo è un colpo al cuore tanto è appetitoso. Pici alla rana pescatrice e alla cipolla caramellata, una pietanza che fuoriesce dalla cucina di un ristorante che esiste da decenni e che regala un cibo, semplicemente, fantastico. Perdonateci l'entusiasmo, ma non conoscevamo questo locale denominato Trinchetto e situato in via Fratti, una delle strade più conosciute di Viareggio. Poi, per caso, ce ne ha parlato il mitico avvocato delle Gazzette e di chi scrive, Cristiana Francesconi, ed ecco che la scelta è stata, pressoché, immediata. Del resto una passeggiata in centro a Viareggio a tarda sera non è assolutamente male e, almeno a noi, di dementi malintenzionati non ne sono capitati.
Carina l'insegna e anche l'ingresso, i tavoli sono sia all'interno sia all'esterno. Luci non esasperate, anzi piuttosto tenui e comunque luminose il giusto. Arredi minimalisti ed essenziali, alle pareti trionfa l'astratto.
Cinque cose buone per iniziare, un antipasto - cinque assaggi della cucina a seconda del mare - che si lascia rimpiangere appena terminato. Top i gamberi fritti di fondale. Il cameriere Giuseppe è tremendo, simpatia unica e viareggina tipica, senza sconti, davvero in gamba e con lui anche il figlio del titolare, quest'ultimo momentaneamente assente. Qui hanno un piatto che è una sorta di istituzione, la carbonata di mare, assolutamente unica e da non dimenticare. Dopo il primo è la volta di un fritto 'Pistoiese', calamari, gamberi e verdure fritte: leggero, semplice, godibile.
Ma quello che conta è l'ambiente, ospitale, con la cuoca che scende in pista e confessa la sua cucina, con una simpatia che contagia e invita a ripetere questa esperienza. Prezzo il giusto, senza eccessi.



