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Scritto da Redazione
Cultura
13 Luglio 2022

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Luca Nannipieri è uno dei più noti critici d'arte italiani. Alle ultime elezioni a Lucca è stato, con Beatrice Venezi, il nome della cultura che ha appoggiato apertamente il sindaco Mario Pardini. In passato è stato legato all'europarlamentare Susanna Ceccardi. Il suo volto in televisione, dalla Rai a Striscia La Notizia, è conosciuto per i suoi interventi sull'arte. Dopo una serie di saggi e monografie con Skira, sarà la Rizzoli a pubblicare dal 13 settembre il nuovo libro, che con un romanzo si avvicina al grande pubblico.

Il suo ultimo saggio "A cosa serve la storia dell'arte" (Skira) è stato tradotto e pubblicato in Francia da L'Harmattan, nella collana del Professore Emerito di Sociologia della Sorbonne di Parigi. Oltre a curare monografie d'artista, organizza mostre da Giacomo Balla a Keith Haring. Ha tenuto conferenze nei maggiori musei italiani.

Il suo ultimo saggio "A cosa serve la storia dell'arte", presentato al Senato della Repubblica, come il precedente libro di Nannipieri su Raffaello lo è stato alla Camera dei Deputati in occasione delle celebrazioni ufficiali dell'artista, è distribuito all'estero da L'Harmattan. Il libro pubblicato a Parigi è una summa della sua riflessione sull'arte, che lo ha portato anche a ottenere il Premio per la Critica al Gran Galà Arte Cinema Imprese durante la 75° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Al pensiero di Nannipieri sull'arte è già stato dedicato un libro-conversazione "L'arte ha bisogno di carezze" scritto da Valentina Neri e pubblicato nel 2020.

Perché pubblicare con la Rizzoli? Risponde Nannipieri: "Sono uno scrittore. In televisione sono un ospite, non è il mio mestiere. Vado in tv perché peggiore dell'ignoranza è l'accademismo che si glorifica del proprio elitario recinto accademico e claustrale. Ma sono uno scrittore. Faccio i conti con il mio cuore, le mie domande, i miei desideri, i miei fallimenti, la mia continua spinta a conoscere, a perlustrare. Non faccio lezioni d'arte, perché non voglio insegnare niente a nessuno. Anzi, con questo libro che esce con la Rizzoli, così come il precedente dedicato a Tiziano, pubblicato da Skira, ho provato a lasciare un'oncia di bellezza e di conoscenza in più a questo mondo. Sarà una sorpresa che mi ha appassionato e affaticato molto scrivere. Ma la scrittura, come lo studio, si sa, per fortuna, non è una passeggiata: sono lunghe perlustrazioni amorose e dolorose nelle parti più profonde di noi". 

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