Ce n'è anche per Cecco a cena
Di fronte all'incedere dell'Islam c'è solo un modo per salvarsi: diventare... israeliani
Sono anni, decenni che ci sforziamo in tutti i modi per far comprendere ai nostri lettori che l'Occidente sta progressivamente soccombendo sotto i colpi e gli sbarchi dell'Islam. Quando un Paese come l'Italia possiede fondamenta fragili e nemmeno più una identità nazionale, è evidente che il suo futuro è nelle mani di un esercito invasore che non deve nemmeno combattere per ottenere quello che cerca. Rispetto a 25 anni fa, quando i terroristi islamici sembravano apparire per la prima volta all'orizzonte, oggi accade, addirittura, il contrario: a New York si è passati dagli attentati alle Torri Gemelle con i soliti dietrologi e complottisti dementi che continuano a non credere all'evidenza, al primo sindaco musulmano. Com'è possibile che un candidato musulmano sia stato eletto? Chi lo ha votato e perché? Dagli Usa all'Europa il passo è semplice: dalla Gran Bretagna alla Francia, dalla Germania all'Italia, è chiaro a tutti che, complice la sinistra e anche la magistratura, l'uomo bianco e occidentale ne avrà ancora per poco. I proPal, le ragazzine occidentali mantenute da babbo e mamma, i maranza, gli immigrati che non pagheranno alcuna pensione a noi, ma, casomai, ci metteranno al muro, hanno compreso che siamo un popolo debole, senza principi, senza valori, senza uniformità di carattere, pronti a venderci l'anima per denaro, sesso, droga, tutte le perversioni che l'Islam considera tali e per le quali ci manderebbe e ci manderà, prima o poi, all'altro mondo...

Giorgio Lazzarini come Beatrice Venezi: quando la Sinistra mette in mostra il peggio di sé
Fa ridere la Sinistra. Sia quella lucchese sia quella nazionale. Hanno il coraggio di sparare sterco contro chi si aggiudica un incarico, chiamando in causa la nomina politica e si dimenticano che da sempre, sin dai tempi del Pci, facevano altrettanto, colonizzando Rai 3, occupando cattedre in tutte le università, raspando cultura e potere dovunque era possibile spacciandosi per vittime di un sistema fascista o similare. Lasciamo perdere il caso di Beatrice Venezi, ci sarebbe da scrivere a iosa contro i bastardi della cultura a una dimensione che vogliono staccare la testa ad una donna che ha il solo difetto di essere bella, di essere brava e di essere, può capitare, di destra o, comunque, di portare avanti valori decisamente lontani anni luce da quella pseudo cultura woke o lgbtq o anche filo islamista che è tanto cara ai verniciati di rosso. Ciò che ci ha colpito ultimamente sono gli attacchi di cui è stato bersaglio l'amministratore unico del teatro del Giglio Giorgio Lazzarini che sicuramente non è di sinistra, che certamente gode delle simpatie dell'attuale amministrazione comunale, ma che non per questo deve essere martellato ogni volta che accade qualcosa. Lo abbiamo notato già in diverse occasioni e, adesso, anche a seguito dell'ultima minaccia del sindacato e dei dipendenti del teatro Giglio i quali si sono svegliati giustamente proprio il giorno prima della inaugurazione dei Comics, con il rischio concreto di mandare l'evento a quel paese...

I numeri del sondaggio per il LSF confermano il successo di Mimmo D'Alessandro, ma, in particolare, quello che ha fatto in 25 anni per Lucca
A differenza di tutte le altre conferenze stampa, questa volta non ce la siamo sentita di porre una domanda al promoter del Lucca Summer Festival. Poi, però, a giornata inoltrata, ci è venuta in mente una cosa che avremmo potuto e dovuto domandare. All'incontro con la stampa precedente la manifestazione, questa primavera, Mimmo D'Alessandro aveva spiegato come avvertisse una sorta di impotenza e di incapacità di comprensione per l'atteggiamento dei lucchesi o, almeno, di una parte di loro, verso il Lucca Summer Festival e verso colui che lo aveva portato qui. Restammo colpiti da questa sorta di appello che sembrava nascondere e male una sofferenza intima. L'altro giorno, invece, abbiamo visto un Mimmo D'Alessandro in grande spolvero, un bel sorriso che trasmetteva ottimismo, e, infatti, proprio le sue parole hanno annunciato che stava bene e che con la città aveva un rapporto buono e, così dicendo, manifestava la sua contentezza. Ora, che cosa sia successo in questi mesi non è dato saperlo, ma è indubbio che lo spirito e l'umore del promoter napoletano siano cambiati in meglio. Ecco la domanda che avremmo dovuto fare, ma che ci è venuta in mente solamente qualche ora dopo. I numeri del sondaggio commissionato alle giovani dell'azienda incaricata di svolgere l'indagine hanno sicuramente contribuito al miglioramento dell'umore di D'Alessandro...

E ora il 27 gennaio non veniteci più a rompere i coglioni con la Shoah e gli ebrei vittime del nazi-fascismo
Sono anni, pardon, lustri che storici, giornalisti, intellettuali, insegnanti si battono il petto per ricordare il 27 gennaio, Giornata della memoria dedicata alla Shoah e alle vittime del nazi-fascismo. Sono passati novant'anni da quando gli ebrei venivano rapiti e spediti senza tanti complimenti, all'interno di carri bestiame, nel campi di sterminio. E non c'è anno in cui gli antifascisti di oggi, coloro che si sciacquano la bocca senza essersela, in realtà, mai lavata, urlino come debosciati i misfatti commessi nei confronti del popolo ebraico. E, badate bene, si tratta degli stessi manifestanti che, oggi, attaccano Israele e gli ebrei per il presunto genocidio - ma dove?, ma quando?, ma come? - schierandosi con Hamas e con i tagliagole dell'Islam più o meno radicale. Al punto che, come recita giustamente l'amico Roberto Vannacci, in un mondo al contrario senza più mondo, ma solo il contrario, quelli che un tempo cacciavano gli ebrei per ucciderli ora sono lì in prima fila a difenderli mentre gli altri, gli antifascisti poco anti e molto fascisti, vorrebbero consegnarli tutti ai bastardi terroristi di Hamas e, perché no?, anche a qualche altro esemplare del mondo antioccidentale così tanto vituperato e odiato da questi imbecilli verniciati di rosso a un tanto al chilo. Della serie tutto il mondo occidentale, ad eccezione di Stati Uniti e Ungheria, si è schierato, organismi sovranazionali compresi, con i massacratori del 7 ottobre 2023. Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, sono scese in piazza con migliaia di bandiere palestinesi chiedendo a più non posso la morte per non dire peggio, di Israele e del suo governo. Anche in Israele i dementi progressisti e di sinistra hanno fatto di tutto per protestare contro Netanyahu senza rendersi conto che un paese così piccolo non può permettersi una opposizione così autolesionista...

Ha votato il 47,7 per cento degli aventi diritto: una percentuale più che buona per un... colpo di Stato
Giorgio Almirante, uomo di profonda cultura umanistica, fascista certamente, ma tutt'altro che stupido e, anzi, molto intelligente, era solito dire che, in Italia, più che di colpi di Stato - come si invocava a inizio anni Settanta - è facile avere dei colpi di sole. E', il nostro, un Paese levantino, pronto a prostituirsi al miglior offerente e, come ebbe a scrivere Giaime Pintor, fulgido esempio di antifascista, salvato solamente da qualche minoranza eroica e rivoluzionaria. Di anni ne sono passati parecchi da quando si leggevano certe frasi e altrettanti libri. Ora i libri non sono più di moda, sostituiti dalla tecnologia digitale che rende più imbecilli e più schiavi di un regime dittatoriale. Si sono appena concluse le elezioni regionali e ha votato soltanto il 47,7 per cento degli aventi diritto. Significa che più della metà delle persone considera il ricorso alle urne se non una boiata e una truffa, certamente inutile. Questi politicanti da strapazzo si ergono a paladini di chi nemmeno li ha conosciuti e decidono come, quando e perché spartirsi e spartire l'immensa torta che li accoglie dopo ogni tornata elettorale. Quando più del 50 per cento degli elettori non si reca alle urne, c'è ben poco da ridere se anche si vince: c'è da piangere e da domandarsi per quale motivo la gente ha in schifo e in vomito la classe politica che la governa. Eugenio Giani non sa dove sta la Lombardia e, forse, nemmeno la Toscana, ma è tutt'altro che uno sprovveduto o un ignorante. Anzi...

Perché gli agenti e i carabinieri si fanno pestare e aggredire senza reagire?
Meglio un brutto tribunale che un bel funerale. Questa frase risuonava, negli anni Settanta-Ottanta tra coloro che erano messi in servizio di ordine pubblico durante le manifestazioni e, all'epoca, ce n'erano davvero parecchie. Parole che significavano: reagisci e colpisci senza andare tanto per il sottile piuttosto che rischiare di essere massacrato o, peggio ancora, mandato all'altro mondo. Oggi, negli ultimi dieci, 15 anni, non è più così, con una magistratura incredibilmente garantista e permissiva, ma, spesso, solo a senso unico, con i mass media tutti o quasi - ma anche allora - schierati sistematicamente con i delinquenti e criminali che sfilano per le strade e nelle piazze facendo finta di lottare per nobili principi. Con, è bene dirlo, le divise di polizia e carabinieri che hanno più terrore a difendersi che ad essere attaccati. Ovviamente se ne approfittano i bastardi dell'estrema sinistra sponsorizzati dai politicanti da strapazzo parassiti e senza senso che vorrebbero rovesciare ogni governo che non sia il loro. La domanda, dunque, alla luce di ciò che è successo e sta accadendo in questi giorni con le demenziali manifestazioni per i tagliagole islamici di Hamas - Gaza c'entra quando il cavolo a merenda - è sempre la stessa: come fanno migliaia di agenti di polizia e carabinieri, giovani, onesti, seri, pazienti, con, probabilmente, a casa una famiglia che li attende, a sopportare di essere derisi, sputati, aggrediti, pestati, presi a sprangate, colpiti da sassi, petardi, fumogeni e via dicendo? Quando vediamo le immagini che ci propinano regolarmente le Tv nelle quali si vedono chiaramente questi giovani figli di puttana aggredire con odio, rabbia, lucida follia, non vorremmo che polizia e carabinieri reagissero, inseguissero i manifestanti e li pestassero a sangue nel peggior modo possibile? Accade quando i più deboli vengono assaliti dai più forti...

Baldini e la Lega di Viareggio remano contro Vannacci (e contro il partito). Obiettivo, la catastrofe elettorale
Quando, nell'estate del 2023, incontrammo, presentammo e intervistammo per la prima volta il generale Roberto Vannacci con il suo libro Il mondo al contrario, pensammo subito che avrebbe fatto strada. Per tanti motivi, ma, soprattutto, perché aveva una fluidità di linguaggio, una proprietà di linguaggio e la conoscenza di sei lingue che ne facevano una sorta di anomalia in un mondo dove l'ignoranza e lo spirito di sacrificio sono una rarità. Inoltre era un incursore e, quindi, un individualista, una persona che non aveva e non ha paura a stare da solo né, tantomeno, a stare con gli altri. Adesso, a distanza di questo breve arco di tempo, dopo una stratosferica vittoria alle elezioni europee, ecco che Vannacci si è tuffato alla grande nel mare in tempesta della politica tout court. Non solo, quindi, gli interventi, straordinari, a Bruxelles contro l'Unione Europea delle élites, non soltanto contro Ursula von der Leyen, personaggio inutile e dannoso, ma anche la presa sulle spalle della campagna elettorale della Lega, il suo attuale partito, in Toscana, la regione in cui vive con la famiglia. Salvini gli ha dato carta bianca e lui questa libertà pressoché totale la sta utilizzando a modo suo, senza guardare in faccia nessuno sapendo benissimo che si sta giocando una buona fetta di credibilità. E, puntualmente, da Viareggio dove c'è un robusto nucleo della Lega, sono arrivate le prime pugnalate alle spalle e non tanto o non solo a quelle di Vannacci che, tra l'altro, le ha piuttosto robuste e provate, quanto a quelle del partito molto debole in tutta la provincia e che, con questa guerra fratricida, rischia di restare con il cosiddetto culo per terra...

La Sinistra e i sindacati all'attacco di Beatrice Venezi: se si fosse imbarcata sulla Flotilla avrebbero strisciato ai suoi piedi
Se Beatrice Venezi, bella, lucchese e, soprattutto, di idee conservatrici nel senso più nobile del termine, fosse stata verniciata di rosso e, magari, anche brutta, la Sinistra sarebbe insorta con l'accusa di sessismo, misoginia, maschilismo, fascismo nei confronti degli avversari politici e non solo. Invece no. Beatrice Venezi ha tutto quello che una donna può desiderare, comprese una cultura musicale molto forte e una preparazione professionale altrettanto elevata. L'hanno nominata direttore d'orchestra del teatro La Fenice di Venezia, ma all'interno del teatro e non soltanto, sono insorti chiedendone la testa perché giudicata tutt'altro che meritevole di un incarico così prestigioso. E' una donna anzi, una delle poche, pochissime donne, in grado di suscitare attenzione e interesse da parte del pubblico, ma invece di congratularsi per questo. la Sinistra, che a parole difende la donna, nella realtà si schiera sempre con quelle donne che, di donne, hanno ben poco a cominciare da grazia e femminilità. Forse, se anche Venezi si fosse imbarcata sulla Flotilla diretta a Gaza, adesso sarebbe la regina della musica italiana. Il fatto è che la Venezi, estremamente intelligente e sensibile, di salire su imbarcazioni senza senso non le è mai passato per il cervello tanto è vero che in questi giorni era a Bangkok per dirigere un concerto con Placido Domingo, mica pizze e fichi. Già, ma da Venezia insorgono contro di lei dicendo, in poche parole, che non è adatta perché non ha esperienza, insomma, che è una incapace o quasi. Beatrice deve avere una pazienza spaventosa se riesce a non farsi andare di traverso questo rospo...

L'Islam alla conquista dell'Europa, la Chiesa pronta al martirio
Negli anni Ottanta, sui giornali romani, non era raro leggere una sorta di appello-invito della Chiesa a non contrarre matrimoni tra persone di diversa religione e il riferimento era all'Islam. Era evidente a tutti, anche ai prelati d'Oltretevere, che il rischio di conflitti in famiglia era certo. Era l'esperienza, erano i dati, sia pure ancora pochi, a dimostrarlo. Di fondo, poi, c'era anche la consapevolezza che l'Islam stava prendendo piede un po' ovunque, a cominciare da altri paesi europei come la Francia, il Belgio, l'Olanda, i paesi scandinavi. Nessun allarme fu lanciato, per carità, ma solo un consiglio-avvertimento perché eravamo negli anni Ottanta e in Italia il pericolo era ancora lontano. Oggi, a mezzo secolo di distanza, la realtà è sotto gli occhi di tutti. L'immigrazione incontrollata ha prodotto comunità islamiche che pretendono e impongono le stesse consuetudini che esistono nei loro Paesi e non sono disposte a rinunciarvi indipendentemente da qualunque appello ad una integrazione inesistente. Stiamo assistendo, impotenti, a una sostituzione etnica, culturale, politica e religiosa progressiva. I governanti si sciacquano la bocca con le parole dell'immigrazione irregolare di fronte ad una immigrazione controllata e consapevole. Invece non è così. E' l'immigrazione in quanto tale che mina le fondamenta della nostra società. Se tutta l'Africa si trasferisse da noi che cosa ci resterebbe da fare se non sottometterci o scomparire? Ci meravigliamo se in Emilia Romagna fanno i tortellini senza carne di maiale: ma se in una classe ci sono due terzi o anche la metà di alunni islamici, come puoi pretendere di imporre loro la tua gastronomia? Potrà sembrarvi strano, ma si sta viaggiando verso l'estinzione di tutto ciò che i nostro avi ci hanno trasmesso, a partire dalla storia, dalla cultura, dall'arte, dalla cucina, dalla musica, da tutto. E' la fine incombente...

Salicchi, quando il coraggio non basta: un errore clamoroso fare esperimenti durante il Settembre Lucchese
E’ uno dei temi del giorno a Lucca: il traffico – molto complicato – nell’area di via Salicchi/Foro Boario, a seguito dei lavori per la realizzazione della nuova…



