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Scritto da Redazione
Piana
15 Febbraio 2025

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Alcune sere fa alla trasmissione DiVenerdi su Noitv é stato affrontato un argomento di pubblico interesse sulla raccolta delle legna negli alvei dei torrenti e relativo utilizzo nei “famigerati caminetti e stufe”.

Liano Picchi, invitato a partecipare, in veste di ambientalista, ha colto l'occasione per fornire dati e circostanze precise atte a sfatare le leggende metropolitane che vorrebbero scaricare unicamente su quest'impianti familiari il drammatico problema dell' inquinamento dell'aria della Piana.

Grazie ad una eloquente intervista del bravo Abramo Rossi ad un simpatico anziano signore della Garfagnana, si é anche appreso della tradizionale libera raccolta che i privati un tempo facevano negli alvei dei torrenti di tronchi e legname morto trasportato dalle varie piene autunno- invernali, e di come invece, l'attuale normativa la vieti dichiarandola addirittura come furto ai beni del demanio

Alla serata era presente anche l'ex Presidente del Consorzio di Bonifica Ridolfi che ha colto l'occasione per annunciare che a breve darà vita ad una raccolta firme per un proposta di legge regionale che permetta di nuovo questa antica pratica che avrebbe l'indubbio vantaggio di favorire l' asportazione dagli alvei di pericolose ostruzioni.

Nei giorni successivi però, più di uno si é posto la domanda del perché Ridolfi abbia atteso la fine del suo incarico, durato quasi 25 anni, per occuparsi di quest'argomento solo ora, così attinente alle sue precedenti mansioni ?

Qualcuno ha avanzato l'ipotesi che fosse dovuta alla legittima aspirazione di ricavarsi un futuro ruolo in occasione delle imminenti elezioni regionali, é ben noto d'altronde, quanto i politici temano l'oblio dopo la fine di un prestigioso incarico.

Quando però ho letto le sue reali intenzioni sui quotidiani”, commenta Picchi, “ ho capito bene la pericolosità del disegno”.

Altro che asportare legna morta, Ridolfi chiede di lasciare via libera a privati e cooperative di tagliare piante sugli argini e abbattere addirittura interi boschi nelle zone golenali, utilizzando il semplice silenzio assenso di 7 giorni dalla richiesta ai Carabinieri Forestali.

Un corpo, quello dei forestali, già decimato nel passaggio di competenze, che ora dovrebbe badare a sbrigare pratiche di richieste nei fatidici 7 giorni, pena la libertà di motosega a chiunque lo voglia e magari anche in qualunque periodo dell'anno. Una vera follia! “

Termina Picchi con un accorato appello a Provincia, Regione e a tutte le associazioni che hanno a cuore l'ambiente di fermare sul nascere questa pericolosissima pratica che finirebbe per indebolire gli argini di fiumi e canali, oltre che distruggere l'habitat della poca fauna rimasta”.

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