Anno XI 
Martedì 23 Dicembre 2025

Scritto da carmelo burgio
Politica
19 Giugno 2025

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Quando Israele avviò la resa dei conti con Hamas si son profilati i prodromi dell’attuale attacco che ha il dichiarato fine di far cadere il regime teocratico di Teheran, privando di sostegno Hamas e Ezbollah. Sdoganato come il mezzo per assicurare la pace in medio oriente, risponde anche – e soprattutto – all’esigenza di lasciare nell’area un’unica potenza egemone, che si fregia della stella di Davide.
Ora l’azione si è manifestata compiutamente, e in questo pezzo voglio solo usare il metodo di chiosare a raffica, o in rapida successione, alcune argomentazioni.
Il Prof. Orsini dice che Israele da solo non potrà mai farcela con l’Iran, e non potrà diventare la potenza egemone dell’area. Ha bisogno dei cow-boys. Spero non mi quereli se dico che abbia scoperto l’acqua calda. Israele sa benissimo d’aver bisogno di Washington. E Washington d’Israele.
Chi è contro il governo Meloni sfila contro Israele, e non comprendo perché. Meno ancora comprendo chi lo fa al Gay Pride, fra unghie laccate e glutei torniti in mostra, fra lustrini e piume, sconoscendo del tutto la fine che farebbe a Teheran, oggi, se andasse a manifestare tutta la sua solidarietà in quella mise. Forse per questo Elly ti-sorridono-i-denti va al Pride in Ungheria, e si guarda bene dall’organizzarne uno a Teheran. Il mio dubbio vale anche per le femministe di sinistra che sostengono l’Iran, ove volessero far la stessa cosa, anche nascondendo la natica, ma senza coprirsi per bene il malizioso ricciolino sulla fronte. 
Israele – scrissi – non può permettersi guerre lunghe, e già le operazioni contro Gaza durano da troppo tempo. Forse sta sfidando la sorte. È vero che il grande impero persiano fu abbattuto da Alessandro Magno che disponeva di un’armata minimale, al confronto, ma Israele ce l’ha l’equivalente di Alexandros?
Israele non è in grado di sopportare elevate perdite di vite umane. Per questo nella striscia di Gaza non mette boots on the ground e si affida a granate e missili. Che speri di abbattere il regime di Teheran scatenando il fronte interno dell’opposizione? E questo, se esiste e ha una credibile organizzazione, ne ha la forza? Si potrebbe dire che l’intelligence di Tel Aviv sia superiore, ma si può davvero dire? Qualche cappellata la fanno tutti.
Possiamo blaterare contro Trump e gli USA quanto si vuole, mettendo correttamente in dubbio la generosità stars & stripes a combattere per la libertà altrui, ma acclarato che non ci son buoni e cattivi in assoluto, quale mondo vogliamo? Quello del “cowboy style” o quello degli ayatollah? Il dilemma non è ideologico, ma pratico. In sintesi, il mondo progressista che vorrebbero i partiti del tira-e-molla del campo-largo, assomiglierebbe di più a quello occidentale o a quello di Teheran?

IPER-SINTESI: ma tutte queste mobilitazioni contro Israele, che – badate bene – non giustifico né sostengo, limitandomi ad analizzare la situazione, a cosa servono? A me sembra per accaparrare voti per le elezioni politiche nazionali. Una volta mandata a casa la PdC Meloni, Elly-e-i-suoi-Fratelly andranno da Trump a far atto di sottomissione, come D’Alema e Renzi.
Provvederanno quindi anche loro ad occupare le poltrone, e a finanziare quei settori parassiti – dal cinema che non vende, allo psudo-volontariato, alle cooperative sociali – potenziandoli con risorse tratte dall’Africa a basso prezzo, che ne giustifichino la sopravvivenza.
Però, almeno, condanneranno gli Ayatollah, cosa utile per aprire un altro canale di afflusso di “migrantinfuga” – variante moderna del Mercantinfiera”, buoni per ripopolare centri d’accoglienza e case-famiglia, garantendo il posto di lavoro a spiantati muniti di scarsa voglia di faticare, e bisognevoli di molto tempo libero da trascorrere su social e telefonino.    

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