“Crusade in Europe” è il titolo del libro di memorie di Dwight “Ike” Eisenhower, comandante in capo alleato – di qualità – durante la 2^ Guerra Mondiale e 34° presidente degli U.S.A., secondo la critica di minore qualità.
Allora il gigante d’oltre Atlantico puntava grosso sul tavolo da gioco europeo, per spazzare via il totalitarismo nazi-fascista, e poi quello stalinista-comunista (spero che quest’ultimo termine possa essere utilizzato in accezione negativa, altrimenti sostituire con “fassista” .. N.d.A.). E per aprirsi un mercato per la produzione “pacifica” dopo aver inondato gli alleati (URSS inclusa) d’equipaggiamenti militari d’ogni genere con la legge “Lend & Lease”.
Speravano a Washington che un’Europa ricostruita sarebbe stata riconoscente – cosa accaduta per qualche decennio – per contribuire alla diffusione mondiale dell’American Way-of-Life, unitamente a McDonald’s e Coca-Cola.
E speravano pure che gli european allied agissero come un tempo i socii dei Romani, ma dopo l’esperienza irachena e afghana ci hanno rinunciato.
D’altro canto un tempo, ad allearsi col Papa, hanno vinto una guerra, quella “fredda”, portata a casa grazie a Ronnie Reagan e Giovanni Paolo II.
E così il biondazzone, che potrà stare antipatico, ma almeno sposta la classifica, ha avviato la Crusade in Africa. E non mi stupirei che prima abbia fatto due chiacchiere col conterraneo – di ben diverso a-plomb, sia chiaro – che regge la Chiesa Cattolica, e che in più occasioni ha lamentato la strage impunita. Non vorrei sbagliare, ma a differenza del predecessore.
Prova di forza come quella in danno all’Iran, per far tenere a mente che Israele non si debba toccare? Sganassone all’Islam radicale? Mettere in chiaro che solo gli States s’interessino di tragedie – come quella dei cristiani in Nigeria e di tante altre parti del mondo – diverse da Gaza?
Comunque la mettiamo l’Europa e certa politica non ci fanno una gran figura. Per Gaza il vecchio – o forse è meglio dire “decrepito” – (in)continente non ha saputo partorire che una masnada di regatanti senza troppa voglia di scomodità; per l’Ucraina ai volenterosi presta fede solo Zelensky. Ma perché deve, ben sapendo che la cavalleria non arriverà mai a salvare Fort Apache, decollando dalle capitali del “decrepito”.
Comunque quest’ennesima offensiva, senza boots on the ground, non salverà la Chiesa del Continente Nero, se questa non si saprà provvedere di milizie locali, armate e soprattutto determinate almeno quanto i tagliagole di Boko Haram e dell’Isis. E se non sarà supportata dai cowboys al completo della panoplia convenzionale. Che sia il futuro che attende i GIs Stars&Stripes? Anche per ostacolare la già avviata penetrazione commerciale e finanziaria cinese.
Una sola cosa è certa, che Donald fa da solo: non si perde in richieste di aiuti e contributi. E in questo – per quanto possa valere il mio parere – fa bene. Meglio andar comunque, e vedere se qualcuno segue, e poi contarsi. Ne va della credibilità, che le lunghe trattative agli ancor più lunghi tavoli della diplomazia tendono a sminuire. Inutile s’illuda che gli alleati a mezzo servizio del decrepito (in)continente facciano qualcosa di concreto, per più motivi.
Innanzitutto, appena mandati i propri soldatini, s’intestardirebbero a trovare una location di schieramento a più basso rischio possibile.
Subito dopo ribadirebbero che sono lì in missione di pace, facendo a gara per far affluire medicinali e carrozzine per “diversamente abili”.
Tremerebbero poi al pensiero che l’Islam s’incazzi un’altra volta e faccia un altro bel “Bataclan”.
Al primo morto dovrebbero affrontare agguerritissime legioni di contestatori, atteso che Papa Leone non ha sul libro paga ONG che proteggono i cristiani – al contrario di Hamas. Che è riuscito a convincere la “Gretina” – digiuna di scuola elementare – che Gesù fosse palestinese.
L’ONU non firmerebbe alcun mandato, essendo sostanzialmente in mano a paesi musulmani, che son stati capaci di dare a “Crudelia Demon” Albanese preclara visibilità, e mai accetterebbero l’espansione della cristianità. E senza mandato ONU l’Europa non si muove… a meno che non vi sia da fregare il petrolio al Gheddafi o al Saddam di turno.
Insomma, “Gigante, pensaci tu!”, come una vecchia pubblicità di Carosello della Ferrero (quella della cioccolata, insomma, quella che non piange), quando c’era da far fuori “JoCondor in picchiata”.



