Anno XI 
Martedì 4 Novembre 2025

Scritto da Irene Decorte
Politica
30 Luglio 2025

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Il silenzio non è neutrale; è complice. 60mila morti; ospedali, scuole e luoghi sacri rasi al suolo; carri armati che sparano sulle tende dove dormono gli sfollati, spari contro i bambini in fila per un pugno di farina o una ciotola d'acqua. Una popolazione civile che da mesi vive sotto le bombe, tra fame, assedio, amputazioni senza anestesia e bambini che non hanno più casa, né futuro. È questo, oggi, Gaza. E in questo contesto si misura, anche a Lucca, il senso delle istituzioni e il coraggio politico”. Così esordisce la nota stampa della lista civica Lucca è un grande noi.

Il 20 luglio, papa Leone XIV ha invocato un cessate il fuoco immediato, denunciato la barbarie della guerra, l'uso indiscriminato della forza e gli attacchi ai civili, gli spostamenti forzati. Parole forti, che non devono restare isolate nei bollettini vaticani, ma entrare nella coscienza collettiva e nelle sedi istituzionali anche della nostra città. Perché anche da qui, da città come Lucca, si misura la distanza tra retorica e azione- si prosegue- Nel novembre 2023, la consigliera comunale Ilaria Vietina, capogruppo di Lucca è un grande noi, protocolla una mozione (n.159) per chiedere il cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi, l'invio di aiuti umanitari, il rispetto delle risoluzioni Onu. Una richiesta sobria, civile, in linea con il diritto internazionale; ma, da allora, silenzio: nessuna calendarizzazione, nessuna risposta, nessuna discussione, nemmeno dopo nuovi tentativi (marzo e settembre 2024) e un consiglio comunale straordinario dove la maggioranza ha abbandonato l'aula impedendo il confronto tra i consiglieri comunali”.

In questo mese di luglio 2025 Ilaria Vietina ha presentato due nuove mozioni (n. 91 e 92), sottoscritte anche da Valentina Simi e Daniele Bianucci. Chiedono due cose semplici e forti: riconoscere lo stato di Palestina, come contributo simbolico e politico a una soluzione negoziale, e aderire alla marcia PerugiAssisi per la pace e all'ONU dei popoli, coinvolgendo scuole, associazioni e cittadini. Ma, anche su queste proposte, ad oggi la risposta è il silenzio; nemmeno il semplice gesto di esporre la bandiera della pace accanto a quelle di Israele e Palestina, richiesto con due lettere ufficiali e attraverso i media locali, al momento ha trovato interesse- denuncia ancora la lista civica- Il cardinale Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, ha scelto di restare accanto alla popolazione: ha visitato i feriti, portato aiuti e offerto sé stesso in cambio degli ostaggi. Questa violenza non è giustificabile, ha detto, ricordando che la carità, per essere autentica, non conosce confini etnici o religiosi”.

Siamo chiamati a scegliere e ad agire, come l'università di Pisa che ha sospeso i rapporti con due atenei israeliani perché sostengono pubblicamente Netanyahu e sono legati all'esercito, definendo quanto accade a Gaza disumano. Siamo chiamati a gesti piccoli ma significativi, come il comune di Capannori che vota una mozione per il riconoscimento dello stato di Palestina come già fatto da oltre 140 paesi nel mondo e come si apprestano a fare anche Francia e Inghilterra, mentre il governo relega l'Italia nell'imbarazzante non è il momento- prosegue la nota stampa- A Lucca, invece, la scelta di chi guida la città è stata l'opposto: chiudere le porte, abbassare lo sguardo, mantenere il silenzio, lasciare il mondo fuori. Ma il mondo non è mai davvero fuori: ciò che accade a Gaza, a Kiev, in Sudan, in Yemen, in Siria o in Birmania ci riguarda eccome, non solo come cittadini del mondo, ma anche come amministratori locali, come educatori, come madri e padri, come esseri umani. E quando le istituzioni locali si sottraggono a questa responsabilità, non sono neutrali: sono complici di chi considera la guerra inevitabile, e la pace una parola vuota”.

Eppure, un'altra Lucca esiste: lo dimostrano le numerose iniziative promosse in questi mesi da decine di associazioni, dai gruppi studenteschi alle realtà religiose, dalle reti femministe ai gruppi interculturali. Una Lucca viva, consapevole, che non si rassegna; che chiede, che spera, che agisce. Continueremo a disturbare il silenzio, e lo faremo anche domani, giovedì 31 luglio alle 18.30, in piazza San Michele, per manifestare il nostro sdegno e l'urgenza di una pace giusta e duratura- è la conclusione- È un disturbo necessario. Perché quel silenzio, oggi, è diventato assordante. E chi resta muto davanti all'ingiustizia, finirà per parlare solo il linguaggio della paura. Lucca è certamente migliore: basta solo volerla ascoltare”.

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