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Scritto da Redazione
Rubriche
01 Maggio 2020

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Ovviamente non è Flavia Favilla a dirlo. Ma George Orwell, che nel suo profetico “1984”, scritto nel lontano 1948, ha precorso un’epoca, quella attuale, anno 2020, con una minuziosità sconvolgente, inequivocabile, sbalorditiva, talmente calzante ai giorni nostri da far venire i brividi.

Oggigiorno non ce ne sono di intellettuali di simile portata. Inutile ostinarsi ad elevare a luminari e statisti coloro i quali crescono a pane e social network, la cui Bibbia è la D’Urso e il Vangelo, Facebook …

Consiglio “1984” a chi avesse voglia di affrancarsi dal Ministero della Verità, che tutto gestisce in epoca di Covid-19, e volesse provare ad andare oltre quello che i social network, la stampa e la politica vogliono inculcarci nella testa.

Detto questo faccio una premessa, doverosa.

Rispetto ai tanti interventi che leggo su questo giornale, che in fondo è l’unico che consente di esprimere posizioni differenti da quelle che gli altri censurano, non sono solita ricorrere a riferimenti storici o scientifici magari avvalendomi di grafici o tabelle. Perdonate la mia mancanza di cultura in tal senso, ma spero apprezziate la sincerità di ciò che scrivo e soprattutto che ci metta la faccia e mi assuma la responsabilità delle mie considerazioni. Poi posso piacere o no... poco importa. L’importante è non nascondersi per paura delle conseguenze.

Non è la prima volta che esterno il mio dissenso su quello che ho definito “Affaire covid-19”. Ho già palesato in diverse occasioni quanto in giro senta aria di “regime”… e per fortuna, come me molti altri.

Tengo a ribadire questo mio concetto perché repetita iuvant. Fosse mai che, a furia di ripeterlo in tanti, ci svegliamo una mattina e pensiamo a sradicarlo questo tentativo di golpe al contrario, dove non sono i capi del governo a rischiare di perdere il potere, bensì siamo noi cittadini a rimetterci in termini di libertà, dignità ed autonomia.

Io da sola non posso fare niente.

Aldo Grandi, direttore di questa testata, da solo non può fare niente.

Andrea Colombini, Pietro Casali, Antonello Rivalsa, Marina Mascetti e tutti coloro che in queste settimane ho letto con ammirazione, che, come me, hanno trovato il coraggio di esprimere il proprio dissenso per come viene gestito l’affaire covid-19 e le preoccupazioni che queste scelte dissennate causano nell’immediato presente per non parlare nel futuro, da soli non possono fare niente.

Ma insieme abbiamo il dovere di porre fine all’assurdo modo di governare dove tutti fanno da padrone: Presidente del Consiglio, Presidenti di regione, Sindaci.

Tutti, come il Grande Fratello e la Psicopolizia di Orwell, vogliono controllarci, annientarci, renderci ignoranti, impaurirci. Perché solo così riusciranno a governarci meglio. E mi duole dirlo, ma se chi è al comando è folle, chi sta all’opposizione è anche peggio perché non fa niente per impedire il collasso del Paese.

Sentivo ieri sera la Presidente del Senato Casellati indignarsi per le scelte di Conte prese in totale autonomia senza consultare il Parlamento.

Al che dico: presidente Casellati, ma lei di mestiere che fa? Se pure voi che occupate gli scranni del potere vi siete accorti che qualcosa non gira per il verso giusto, cosa aspettate? Di vederci completamente col culo in terra prima di intervenire?

Io questa soddisfazione non gliela voglio dare. Né a lei, né a quei bastardi che c’hanno ridotto così. Lo devo a me stessa, in primis, ma anche a chi si è battuto in passato per farmi vivere in una democrazia. E lo devo a chi verrà dopo di me, affinché non si ritrovi per davvero in un libro di George Orwell.

 

 

 

 

 

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