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Scritto da erio bosi
lettere alla gazzetta
07 Febbraio 2024

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Il 16 gennaio per conto della regione il Centro Ornitologico Toscano ha organizzato i censimenti degli uccelli acquatici presenti nella grande area umida della toscana del nord, suddivisa tra il padule di bientina, il padule di fucecchio e l'area del Sibolla.
Come oramai accade da oltre 40 anni ornitologi provenienti da tutta la regione si sono dati appuntamento in siti per svolgere in contemporanea tali conteggi rientranti nel più grande International Waterbird Count, che mira a descrivere l'andamento delle popolazioni di uccelli acquatici svernanti nel continente europeo.
Le due macroaree, Bientina da una parte e Sibolla più Fucecchio dall'altra, hanno prodotto numeri da oltre 13000 uccelli ciascuna, insidiate in Toscana solo dall'altra importante zona della laguna di Orbetello che si attesta anch'essa su quelle cifre.
Numeri di importanza nazionale che impongono rispetto e tutela per i territori che li producono.
Il padule di Bientina, dove quest'anno non non stati presenti gli stormi di solito altissimi di beccaccini e pavoncelle, ha invece entusiasmato i ricercatori per gli spettacolari voli offerti dalle alzavole, uno dei più importanti siti di svernamento toscani, da germani reali mestoloni codoni e quant'altro, concentrati sopratutto nei due siti del 'chiaro nuovo' all'interno della riserva di Tanali e della Gherardesca, l'area allagata recentemente acquisita dal Comune di Capannori.
Proprio queste due zone con acque che rimangono tutto l'anno dimostrano come regolamentando l'attività venatoria e con una attenta gestione, la potenzialità dei nostri territori si dimostra all'altezza dei bellissimi, storicamente riconosciuti e blasonati paduli della maremma grossetana.
7000 alzavole al 'chiaro nuovo' premiano decisioni che apparivano impopolari prese dagli amministratori del Comune di Bientina,
Alla Gheradesca censiti 3491uccelli acquatici, tra cui 14 spatole, oltre 2000 germani, svassi e folaghe che stanno lì  a testimoniare come l'impegno congiunto di associazioni venatorie  ed ambientaliste, unite saggiamente negli anni 80 per scongiurare il destino allora imminente di trasformare l'area in una discarica per il pulper delle vicine cartiere fu una eccezionale visione di lungimiranza politica e strategica.
Lo sforzo di riuscire a conferire una gestione organica di tutto l'ex grande padule di Bientina, che riesca a far convivere una agricoltura che dovrà sempre di più avere caratteristiche sostenibili, la fondamentale pastorizia che mantenga le aree a pascolo e le aree con specchi d'acqua, deve continuare nel solco dei passi recentemente fatti dai Comuni che insistono sull'area e principalmente quello di Capannori e Bientina, così come è  fondamentale che l'opera del Consorzio di Bonifica continui a seguire una strada naturalistica nel perseguire i propri scopi.
Passeggiare nelle strade del padule, girarci in bicicletta, continua ad essere un richiamo sempre maggiore per i cittadini, fotografi e naturalisti di tutta la regione che da anni hanno aggiunto quest'area alla lista delle più significative, sensazione che il lavoro del Centro Ornitologico Toscano valida  con metodologie di studio e ricerca.
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