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Scritto da Redazione
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13 Marzo 2021

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Ci sono storie che lasciano non pochi spazi deserti e rendono complicato silenziare lo spettro del dubbio. Torniamo a Stanghella e la vicenda giudiziaria che voglio raccontarvi è quella relativa alla scomparsa di Samira El Attar.

In storie come queste, difatti, è doveroso prescindere da quella più vasta “assise” rappresentata dall’opinione pubblica.

Il 19 marzo si terrà a Rovigo la terza udienza di un processo che, per molti ed in barba al principio di non colpevolezza, è già concluso.

Fin dal primo momento della scomparsa di Samira, si è infatti voluto definire Mohamed Barbri come un marito ipertrofico, dedito al gioco d’azzardo e possessivo nei confronti della moglie.

C’è chi ha raccontato, approssimativamente e per sentito dire, che Mohamed picchiava ripetutamente Samira. Bene, tali dichiarazioni non hanno trovato alcun riscontro nei racconti dei vicini di casa.

Sentiti a sommarie informazioni, nessuno ha mai detto di aver assistito a scene di violenza agita da Mohamed su Samira. Qualcuno ha raccontato che si, litigavano spesso, ma facevano subito pace.

Vi è di più. Uno dei vicini di casa della coppia ha infatti dichiarato, a sommarie informazioni, che spesso l’uomo si rivolgeva a lui chiedendo di aiutarlo a far da paciere nelle liti con Samira. E invocava il suo aiuto perché, ogni volta che discutevano, Samira chiudeva Mohamed fuori di casa e, spesso, lo costringeva addirittura a dormire in macchina per parecchi giorni. Quale donna succube e vittima di violenza riesce ad obbligare il padre di sua figlia a dormire in auto? Qualcosa non torna.

Come se ciò non bastasse, una persona molto vicina a Samira, ha descritto l’uomo come “caratterialmente mite, introverso, gran lavoratore, che non avrebbe picchiato mai la moglie né tanto meno la figlia Sara”. Dichiarazioni, queste, che trovano conforto nei racconti di tutte le persone che abitavano nei dintorni.

In questa vicenda, c’è un’altra questione non tenuta in debita considerazione. Circa due anni prima la scomparsa di Samira, quando ancora abitavano a Solesino, Mohamed – verso pagamento – aveva rilasciato dichiarazione di ospitalità per consentire ad un connazionale il rinnovo del permesso di soggiorno. Ebbene, la donna aveva confessato al marito di essere stata importunata e di aver ricevuto avances sessuali da quello stesso uomo. Anche due giorni prima della sua scomparsa. Circostanze, queste, alle quali non si è dato alcun tipo di peso.

Restano molti i punti oscuri. Come il dato per il quale Samira portava sempre con sé nella borsa somme di denaro pari a 2 mila o, addirittura, 3 mila euro. Da dove provenivano tutti quei soldi?

La giustizia deve fare il proprio corso. Ma emerge un dato inquietante. La possibilità di finire dietro le sbarre senza prove. Sempre alla ricerca di verità. Prossima settimana al via la terza udienza.

Ci troviamo presto, sulla scena del crimine.

Nella foto di copertina la criminologa Anna Vagli

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