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Scritto da Redazione
Rubriche
12 Aprile 2020

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa interessante riflessione sulle misure restrittive applicate dal Governo e che stanno distruggendo il tessuto socio-economico e affettivo del nostro paese:

Nei giorni scorsi ho riletto i primi quattro articoli della nostra Costituzione per rendermi conto che sono momentaneamente sospesi: 1) il diritto al lavoro 2) il diritto di sovranità popolare 3) il diritto di formazione sociale 4) il diritto di libertà individuale.

La sospensione di questi diritti è avvenuta per D.P.C.M. cioè con un Decreto del Presidente del Consiglio e non al termine di una discussione Parlamentare ed un voto unanime o quanto meno a larga maggioranza.

Si potrebbe dire che il 9 marzo era una situazione di improvvisa emergenza e richiedeva un intervento immediato. Ma a distanza di oltre un mese la sospensione di quei diritti, riconosciuti come fondanti del nostro Paese, è stata reiterata, sempre con D.P.C.M. e sempre con la piena assunzione della responsabilità politica da parte del Premier (mi sembra che anche Mussolini dopo il delitto Matteotti parlò di una sua piena assunzione della responsabilità politica).

Adesso non possiamo parlare di urgenza. E quello che ritengo ancora più grave è che questo sia avvenuto senza alcuna sottolineatura da parte di Conte, quasi come se mantenere 60 milioni di persone agli arresti domiciliari, privati di tutte le libertà e vigilati dalle Forze dell’Ordine, sia una cosa normale. E perché non è stato il Presidente della Repubblica, garante della nostra Costituzione, a parlare agli Italiani, evitando così anche la squallida polemica politica cui abbiamo dovuto assistere durante l’ultima Conferenza del Premier?

Tutto questo quanto durerà? Almeno fino al 4 maggio dice Conte, anche dopo dicono altri, magari fino a che non si troverà il vaccino dicono altri ancora. Questi interventi dimostrano non solo l’assenza di un attento utilizzo della comunicazione, ma anche la assoluta mancanza di un obiettivo condiviso e dichiarato, di una strategia, di informazioni chiare.

La conclusione a cui il fantomatico Comitato Scientifico è giunto dopo oltre un mese è quella di tenere ancora tutti a casa, senza considerare fasce di età, fasce orarie, zone geografiche, misure di protezione. Niente, tutti a casa e guai a chi si muove fino al prossimo 3 maggio. Perché quella data? Per un motivo sanitario dichiarato? No, perché altrimenti le persone vanno in giro. Questo è il senso di responsabilità che viene attribuito al popolo italiano. Prima il 14 aprile perché sono finite le “vacanze” di Pasqua poi il 3 maggio perché è terminato il ponte del 1° maggio. Dopo si vedrà, magari staremo a casa fino al 3 giugno perché c’è il ponte della Festa della Repubblica. Nel frattempo le aziende sono chiuse, le persone non lavorano e non hanno più relazioni sociali né possibilità di manifestare (questo chissà per quanto…), l’economia crolla, la Giustizia è ferma, l’Europa non ci considera ed i nostri diritti fondamentali continuano ad essere sospesi. E tutto questo per la decisione di una sola persona, peraltro non eletta democraticamente, ed in barba alla Costituzione. Non sa di regime?

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