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Scritto da irene decorte
Comics
31 Ottobre 2025

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A quattro anni dalla sua ultima visita, approda di nuovo a Lucca Comics & Games una delle voci più particolari e distintive del panorama musicale italiano: Caparezza, al secolo Michele Salvemini, ha scelto la nostra città per celebrare il suo esordio da sceneggiatore di fumetti, con cui ha coronato il sogno che cova sin da bambino. 
Orbit Orbit è il nome del fumetto e del disco musicale che ne accompagna la storia e le atmosfere, entrambi in uscita oggi; ma, prima degli eventi di venerdì 31 ottobre e sabato 1° novembre e dei molti firmacopie che lo vedranno protagonista, alla vigilia di questo lancio straordinario l’artista ha incontrato la stampa presente a Lucca Comics & Games per parlare del disco (BMG) e del fumetto (Bonelli), del percorso che ad essi ha portato e di quello che da essi partirà.
“A livello iconico, le due ‘o’ del titolo rappresentano un cerchio che si chiude; un cerchio cominciato quattro anni fa, proprio qui a Lucca- ha spiegato Salvemini- Quando venni a Lucca, stavo vivendo un periodo orrendo a causa dei miei problemi di udito, l’acufene a cui si era aggiunta l’ipoacusia; ma nel mondo del fumetto, attraverso la collaborazione con l’illustratore Simone Bianchi sulla variant cover del mio disco Exuvia, ho ritrovato il sorriso. Il fumetto è stato il mio primo amore, tanto che da bambino a chi mi chiedeva cosa volessi fare da grande rispondevo il fumettista; e poi, nel mondo del fumetto ancora non c’è il business che aleggia nella musica: al fumetto si lavora con amore, e io anche nella musica lavoro mosso dalla passione”. 
Un doppio cerchio, a simboleggiare le orbite dei due linguaggi creativi intrecciati: il fumetto, coronamento di un sogno giovanile mai abbandonato, e la musica, con il nono album in studio di un’artista così amato dalle masse e allo stesso tempo libero nella sua espressione artistica. “Avevo difficoltà a incanalare le mie energie creative nella musica; allora, prima mi sono messo a lavorare al fumetto, e da quello è nato un disco che va a braccetto con le tavole- ha dichiarato- Orbit Orbit è una riflessione sulla libertà, e chiude la trilogia di album iniziata nel 2018 con Prisoner 709. Lì parlavo di prigionia; in Exuvia parlavo di fuga, di uscire da un ruolo per entrare in un altro; in Orbit Orbit, cambio pelle e divento un cosmonauta in cerca della libertà dalle mie stesse idee, che mi reclamano e mi chiedono corpo”. 
Non scontata la storia del fumetto, con due trame che si intrecciano e influenzano reciprocamente, l’una sul piano reale e l’altra su quello fantascientifico: “Sul piano reale, ci sono io che mi trovo nel backstage di un concerto estivo, ma non capisco chi sono: tutti parlano di me come se fossi un cantante popolare, ma io non ne sono cosciente. Allora, mi chiudo nella mia roulotte, ho un malore e svengo: da qui comincia la mia avventura astrale, con l’airstream che sale verso l’alto e io che nello spazio divento un cosmonauta. Al mio fianco ci sono tre personaggi che rappresentano tre lati del mio carattere, che man mano perdo prima di riappacificarmi con ogni aspetto di me: Darktar è la mia parte negativa, Idea quella positiva, e poi c’è Magmarana, un personaggio enigmatico che in forma anfibia parla solo per anagrammi, mentre in forma umanoide rappresenta la mia vecchia pelle, come l’ascoltatore si aspetta che io sia”, ha dichiarato.
Anche il disco ha un suo percorso quasi “filosofico”: “Ogni canzone è l’ampliamento del discorso affrontato in uno dei capitoli del libro, e ciascuna ha una matrice elettronica, ispirata all’immaginario sonoro che mi affascinava quando da piccolo leggevo fumetti. L’album comincia con Fluttuo, Orbito, che è una canzone minimalista totalmente elettronica, e man mano si aggiungono strumenti fino a concludere con Perlificat, pezzo suonato da un’orchestra di 74 elementi- ha spiegato il cantautore- In questo periodo un po’ cinico spesso ci raccontiamo la menzogna di non avere bisogno di nessuno: volevo dare peso all’umanità, concludere il disco con una grande dimostrazione di quanto gli esseri umani tutti insieme siano capaci di fare cose belle, e non solo crudeli. Anche il fumetto è corale, ed è stato reso possibile grazie a nove fumettisti: Sergio Gerasi ha disegnato l’ambiente del backstage, La Came il ricordo di uno dei personaggi, Yi Yang si è occupata del metafumetto, Riccardo Torti della parte di fantascienza con un capitolo di Renato Riccio, Marco Nizzoli ha disegnato la parte del sogno, e infine Nicola Mari quella finale. In questo modo, il passaggio da una mano all’altra non è traumatico: ringrazio Bonelli, che ha una scuderia di bravissimi disegnatori e grazie a cui abbiamo creato il team perfetto”. 
“Vittorio Giardino disse che il tempo si vendica delle opere che non lo coinvolgono: io mi prendo tutto il tempo necessario perché ciò che faccio abbia un senso. Ogni mio disco è l’ultimo, e ogni disco successivo è il primo. Me ne infischio di tutte le logiche, io seguo solo una regola: faccio le cose con onestà e passione, e se va male va bene lo stesso. Nella vita ho avuto fallimenti, ma li ho sempre presi come grandi opportunità d’insegnamento: la vita è fatta anche di fallimenti di cui non bisogna avere paura; ognuno di noi ha momenti negativi, momenti felici e momenti neutri, e noi dobbiamo confrontarci con la vita, non con un singolo momento. Si vive per migliorarsi, ogni occasione è buona per fare un passo in avanti- ha concluso Caparezza- Ogni disco che faccio per me è il mio migliore, altrimenti non l’avrei fatto: non c’è bello o brutto, ma ci sono dischi che hanno senso e dischi che non ce l’hanno, e se ce l’hanno sono belli”.  

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