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Scritto da Redazione
L'evento
09 Febbraio 2023

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Presso il Museo delle Navi Antiche di Pisa si è svolta ieri la prima delle cinque mostre del progetto Vicine Distanze (I/V), realizzato dalla associazione EOE - Est Ovest Est - in collaborazione con il Comune di Pisa e l’Istituto Confucio di Pisa, con il tema “L’acqua, il fiume e la città”.

Presenti le Istituzioni e importanti personalità del tessuto locale: l’assessore al Turismo e al Commercio Paolo Pesciatini, il direttore del Museo delle Navi Antiche, Andrea Camilli, il prof. Alberto Di Minin, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e co-direttore dell’Istituto Confucio, la presidente dell’associazione EOE (Est Ovest Est), la dott.ssa Elisa Debernardi, e i curatori della mostra, la dott.ssa Manuela Antonucci e il prof. Cristian Biasci, dell’Accademia di Belle Arti di Firenze.

Uno spazio, quello del Museo delle Navi Antiche, unico e affascinante in grado di accogliere e valorizzare l’esposizione delle sei opere firmate da studenti (o ex studenti) italiani e cinesi delle Accademie di Firenze, Venezia, Carrara e Macerata. Una visione che il direttore Andrea Camilli ha intuito subito, offrendo la possibilità di realizzare la mostra e di far dialogare perfettamente l’antico e il contemporaneo: “Un luogo abitato dall’antichità che accoglie opere di arte contemporanea senza che si crei alcun elemento di stortura” afferma.

La mostra rappresenta un ulteriore passo diretto a rendere concrete idee e occasioni utili a favorire gli scambi culturali con la Cina e la sensibilità cinese. Iniziative che incoraggiano l’apertura verso civiltà diverse e stimolano la riflessione e la crescita personale di “uomini del mondo”, non solo della propria città. Progetti che intendono sviluppare le relazioni e le connessioni tra realtà che altrimenti non comunicherebbero, con l’obiettivo di creare una rete di collaborazioni e sinergie che, se ben articolate, diventeranno leve per lo sviluppo del territorio e del turismo, che è una “convenzione di pace e scambio tra i popoli”, come lo definisce l’assessore Pesciatini. E aggiunge: “Abbiamo il privilegio di vivere una città che ci consente di instaurare costanti connessioni e contaminazioni utili, anche grazie al suo glorioso passato che ci permette di guardare al futuro, proprio come Rustichello da Pisa che trascrisse i viaggi di Marco Polo in Oriente; e l’iniziativa di oggi rappresenta un legame ontologico che le città hanno con l’acqua”.

Infine, dichiara la presidente di EOE, Elisa Debernardi “Sono occasioni per sperimentare la diversità e l'inclusività tra due culture a confronto nello stesso periodo storico. Perché la Cina non si caratterizza solo per gli investimenti e l’imprenditoria diffusa ma anche per sua storia millenaria, con eccellenze artistico culturali importanti e di valore. Una opportunità di dialogo dalla quale entrambe possono trarre grandi benefici, auspicando una messa in relazione e connessione delle nostre realtà accademiche e istituzionali nella gestione delle questioni inerenti l’universo Cina. Soltanto facendo rete si troveranno strumenti atti ad affrontare i gap che ci separano dall’Oriente in maniera costruttiva. Inoltre, con grande entusiasmo ringraziamo il Direttore regionale musei della Toscana, Stefano Casciu, che approvando il progetto Vicine Distanze, ha permesso di intraprendere un percorso, che ci condurrà nella scoperta dell’arte contemporanea cinese fuori da stereotipi e mistificazioni”.

Aggiunge uno dei curatori, Manuela Antonucci: “Nell’esposizione che inauguriamo oggi c’è il lavoro di giovani artisti che, in ogni centimetro di spazio, sabbia, luce, suono, dimensione, materiale, hanno riposto i loro studi, le loro idee, la passione, la dedizione come anche il proprio vissuto, con le fragilità e la ricerca personale, e lo hanno fatto con attenzioni, cure, minuti, ore di lavoro, tempo. Tanto tempo; che è vita, la vita di artisti che provano a rappresentare il senso della loro indagine in un “momento” coraggioso e unico - l’opera d’arte - all’interno del tema della esposizione che inauguriamo oggi, “L’acqua, il fiume e la città”, ognuno con la propria peculiarità e la propria identità”. Infine, conclude il prof. Cristian Biasci dell’Accademia di Belle Arti di Firenze “Un tema affrontato con linguaggi eterogenei che spaziano dalle tecniche tradizionali fino alle sperimentazioni digitali e installative, testimoni di diverse sensibilità unite però dall’invisibile legame della necessità di indagare che è proprio del fare arte e che accomuna gli artisti di tutto il mondo a prescindere dalla loro provenienza. È proprio dal confronto, che propone questo ciclo di mostre, che si sviluppa la ricchezza culturale della quale, più che mai oggi, abbiamo bisogno e della quale le giovanissime generazioni sono audaci portatrici.”

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