Anno XI 
Sabato 1 Novembre 2025

Scritto da carmelo burgio
Politica
04 Settembre 2025

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Non voglio mai intervenire sulla vexata quaestio di cosa abbia effettivamente scritto nel suo fortunato best seller il generale e eurodeputato Roberto Vannacci. Tanto ciascuno la penserà come vuole, in base a preconcetti e ideologie opposte, ma quando le argomentazioni a suo carico si fanno pretestuose al limite dell’insostenibilità logica, qualche puntualizzazione corre l’obbligo di farla.
Sappiamo che il generale più conosciuto dagli italiani ha le sue idee sulla guerra russo-ucraina, sintetizzabili in semplici concetti.
L’Ucraina non può vincere. Lo diceva anche sleeping Joe Biden motivandolo col fatto che la Russia non potesse perdere, lo ribadisce Trump, e oramai nessuno dice il contrario.
Non sia il caso d’inviare truppe neanche per missioni di peace enforcing. La cosa è condivisa dal suo segretario di partito e dal governo tutto, mentre nell’oppiosuzione non mi risulta che qualcuno la pensi diversamente.
Se proprio vogliono andare a far la guerra, MacRo(sico)n e Ursula (non Andress, ci mancherebbe, gran bomba da far male!) s’accomodino in trincea. Riceveranno elmetto e tessera per prigionieri di guerra.
Bene, probabilmente in crisi d’astinenza di seggio, sorge l’ex deputato Osvaldo Napoli e, probabilmente per farsi notare da qualcun altro – di partiti ne ha cambiati tanti e probabilmente è nella fase “ritenta sarai più fortunato” – lancia una serie d’incredibili stoccate, riassumibili in pochi e confusi argomenti in base ai quali Vannacci:
ha giurato di combattere per l’Italia quindi non può invitare dei civili a battersi al suo posto. Orbene… Ursula e il “paccherat’ ‘n facc’” che inqui(li)na l’Eliseo non son cittadini italiani. Nessun soldato italico ha l’obbligo di pugnare per loro, se non l’ordina l’Italia. Infine, da disciplinato uomo di partito, il generale non poteva che allinearsi sulle posizioni del suo segretario, a sua volta in linea con PdC e Ministro degli Affari Esteri, coi quali forma coalizione di governo.
dice che l’esercito russo avanza in Ucraina. Ari-Orbene: non lo dice il generale, ma tutta la stampa che fa onestamente il suo lavoro, e magari pure Zelensky. I russi avanzano, non sarà un blitz come in Polonia nel 1939, ma l’Ucraina non mi pare stia vincendo;
scappa dal combattimento disonorando sé e la divisa che indossa, per cui se tutti i generali son così, allora è finita ogni speranza. Ari-Ari-Orbene: combattimento con truppe italiane coinvolte non ve n’è, quindi nessuno sta fuggendo la pugna. 
Piuttosto il sor Napoli, che dovrebbe almeno spiegarci ove intende collocarsi avendole davvero girate quasi tutte – gli manca AVS, ma pure il martello e il fisico per sfondare il cranio a qualcuno – dovrebbe provare a comprendere un piccolo principio, che è la chiave di volta del corretto rapporto fra il militare – che resta un tecnico – e il politico che lo comanda. 
Il politico può non capire (magari ha studiato ragioneria, con tutto il rispetto per Fantozzi) un tubo di organici, armamenti e strategia, ma dovrebbe avere il buon senso di sentire cosa ne pensa il tecnico circa la possibilità di “spezzare le reni” all’odiato secolare inimico.
Il soldato ha dovuto studiare – fra l’altro – organica, logistica, condotta delle operazioni e strategia globale, e si è addestrato a percorrere in terra, mare e cielo le direttrici vergate sulle mappe dagli strateghi. Scoprendo vi siano salite e discese, scogli e tempeste, che cibo e carburante s’esauriscano, e che l’odiato inimico potrebbe non essere d’accordo col suo procedere. Sta a lui dire al politico “Se po’ ffà” o “nun se po’ ffà”. Una valutazione del genere il sor Napoli non ha i tools per farla.
Naturalmente il politico che – per caso – ha un minimo di cognizioni tecniche dovrebbe far lo stesso verso il proprio partito di riferimento.
Ecco, tempo fa abbiamo avuto un politico che nulla capiva di robe guerresche (meglio avesse continuato la battaglia del grano) e ha voluto spezzare un po’ di reni qua e là, buscandole. E abbiamo avuto dei generali come Badoglio, Cavallero e Graziani, nell’ultimo conflitto, che invece di spiegare che quelle reni fossero troppo coriacee, e dimettersi in quanto inascoltati, hanno compromesso l’immagine di un popolo, condannandolo a sconfitte vergognose, pur di restare in servizio e guadagnarci. Fidando nello stellone italico o, almeno Badoglio, nel suo personale e un po’ massone, che in effetti una mano gliela dette “assurgendolo” a PdC della vergogna dell’8 settembre.
Credo invece fermamente che tutti vorremmo generali capaci di dire con onestà “Se po’ ffà” o “nun se po’ ffà”, se non altro per non farci spendere invano i nostri quattrini per rimettere in piedi una Patria (traduco per coloro cui non va, “Paese”, ma la cosa non cambia) distrutta. 
In quanto al sor Napoli, si sa che il dovere di chi s’è messo un’uniforme addosso per una vita, se proprio non venisse ascoltato il suo cauto parere invitante a “starsi BBoni!”, lo riassume il titolo del libro – purtroppo poco noto – del pilota da caccia Sergio Flaccomio … “Obbedire e combattere, senza credere”.   

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