Quello che è accaduto a Viareggio, politicamente parlando, nelle ultime settimane si avvicina più agli interessi e alle spiegazioni di uno psicologo che non ad un cronista di mestiere. A partire dalla frattura con relative dimissioni all'interno della Lega dove se ne sono andati, dimettendosi, Massimiliano Baldini. Maria Laura Pacchini, Alessandro Santini e Alberto Pardini. L'arrivo impetuoso di Roberto Vannacci e, a detta dei frondisti, l'avvicinarsi alla maggioranza, hanno sbaragliato il campo spingendoli a salutare. Ma una cosa ha sorpreso più di ogni altra, ossia la defenestrazione dai ruoli di vice-sindaco e assessore per Valter Alberici, disposta dal sindaco e nonostante i due abbiano vissuto insieme oltre venti anni di comunanza politico-amministrativa. Perché Giorgio Del GHingaro ha allontanato una persona che lo aveva appoggiato e difeso in ogni circostanza dei suoi movimentati mandati?
Proviamo a indovinare i motivi di un siluramento, altrimenti, incomprensibile. Conosciamo Del Ghingaro da tanti, tantissimi anni e ne abbiamo sempre apprezzato la concretezza e la competenza salvo, a essere onesti, quel suo militare e voler appartenere alla tribù dei verniciati di rosso, in questo caso del Pd. Ci è sempre sembrato assurdo che un uomo di comprovata autonomia di pensiero e indipendenza di giudizio, potesse dipendere dall'accettazione di un partito per il quale la democrazia è considerata tale sì, ma solo per convenienza. La vicenda delle ultime elezioni amministrative a Lucca ne è stata la dimostrazione emblematica, con un King George già pronto a scendere in campo - con Mario Pardini vice sindaco - e sicuramente vincente, costretto a fermarsi per la visita improvvisa al proprio studio della ex segretaria politica regionale del Pd che gli intimò di non provarci nemmeno.
Tutta la vita politica di Del Ghingaro è stata contrassegnata dal desiderio di essere accettato da chi, in realtà, non lo ha mai né amato né peggio ancora, voluto. Nel Pd le intelligenze piacciono solo se disposte a rinunciare alla propria libertà, gli spiriti liberi, tra gli ex comunisti, stanno bene sì, ma in qualche arcipelago Gulag di sovietica memoria.
Qualcosa, però, deve essere cambiato se a Viareggio sta accadendo quel che sta accadendo. Il Pd versiliese non solo non ha mai accettato né amato Del Ghingaro, ma lo ha sempre odiato disprezzandone l'operato. E se il sindaco che ha restituito Viareggio alla propria dignità di città modello ha un pregio, dopo tanto tempo, è aver compreso che non ci sarà mai trippa rossa per gatti neri. Solo, circondato dai pochi fedelissimi, sarà anche criticabile, ma per lui parlano i fatti e questi narrano di una città bellissima che sta rinascendo mentre prima, tra destra e sinistra, era diventato un cesso a cielo aperto.
Perché, quindi, ora, la decisione di allontanare Valter Alberici? Perché, mormorano le malelingue di corridoio, Alberici si è avvicinato troppo ai nemici storici del sindaco, il Pd, che vanno ad aggiungersi ai personalismi di Massimiliano Baldini e ai malumori di una Lega che anche senza Vannacci si era ridotta, ormai, alla frutta per non dire peggio. Alberici, dunque, avrebbe, da un po' di tempo, strizzato l'occhio all'opposizione - e che opposizione! - tollerato dal suo mentore fino a quando questi non he ha potuto più.
Adesso tutti o quasi sono contro Giorgio Del Ghingaro, ma noi no. Noi badiamo ai fatti e se anche ci sono troppi immigrati più o meno clandestini che prenderemmo volentieri a calci nel culo per le loro malefatte quotidiane spedendoli a casa propria, per il resto Viareggio ha ripreso il volto di un tempo. L'anno prossimo si vota a Lucca e non è da escludere che qualcuno possa pensare di candidarsi. Non sarà semplice, però, come sarebbe stato anni fa. Di sicuro possiamo dire che se questo qualcuno si candidasse a sinistra, ci avrebbe contro anche se con rispetto, ma il fatto è che la sinistra, lo abbiamo sempre pensato e le vicende di questi giorni a VIareggio lo dimostrano, sarebbe per questo qualcuno il più grosso errore della sua storia politica anche se le sue competizioni elettorali le ha sempre vinte.
Ultima precisazione: il commissario prefettizio a Viareggio lo vorrebbero tutti, così da riproporre i casini che, prima dell'arrivo di Del Ghingaro, erano all'ordine del giorno. L'attuale sindaco di Viareggio non è un politicante, ma un professionista che vive del suo lavoro. Quante altre capre (o pecore) possono vantare altrettanto?



