Nocentini è il pelo: la favola, la poesia, la carezza, la compassione, la profondità poetica che scava nel dolore con pudore ma anche senza alcuna pietà (se vi dà un avvertimento, datemi retta, per esperienza, ascoltatelo).
Cattaneo invece è il contropelo: la provocazione, la libertà, quella luce sfrontata che ribalta le certezze con ironia e con tanto coraggio.
Insieme danno al titolo del libro un forte senso morale, un atto di pura sincerità verso la vita. I due autori ci fanno capire che la vita non si può comprendere davvero se la si accarezza soltanto.
Bisogna anche passarla a contropelo, sentire la resistenza, la verità che gratta e taglia.
La Misericordia e altre storie di pelo e contropelo è una lettura di quelle che una volta che ti entra dentro non ti lascia più uguale.
Sono racconti che sconvolgono, turbano, che ti accarezzano, che ti fanno sorridere, sognare e poi, subito dopo, perfino piangere. Riescono a riportarti a quella parte fragile e viva che la nostra quotidianità spesso tende a nascondere.
Lucio Nocentini e Ivan Cattaneo riescono, con linguaggi diversi ma complementari, a parlare della stessa sostanza della nostra esistenza: la compassione, la crudeltà, il desiderio, la solitudine, la bellezza infranta che abita dentro ogni creatura.
Quando la lettura si conclude, resta un’energia dentro di noi, un brivido, una scossa, una scintilla, è come se le parole avessero finalmente trovato casa nel cuore, e da lì continuassero a parlare.
Forse è questa la misericordia? Uno sguardo che si ferma e non si distoglie, una mano tesa che accoglie? È il sentire che il dolore dell’altro, di chiunque altro, di qualsiasi essere vivente, ci attraversa e ci cambia, e in quel momento non esiste alcuna distanza o differenza, ma solo un’unica forma silenziosa d’amore che sa riconoscere l’altro, che accoglie e che non ci abbandona.
Buon viaggio nella verità, a voi lettori. Quella verità che a volte sonnecchia nel nostro cuore e che questi due autori hanno tutta l’intenzione di risvegliare.



