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Scritto da Redazione
Piana
04 Settembre 2020

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Diciannove fabbricati completamente distrutti e dodici gravemente danneggiati, ai quali se ne sommano altri 14 che riportarono danni non gravi. All'indomani della Liberazione, avvenuta il 4 settembre 1944, Altopascio si presentava così, con il 30 per cento degli edifici, tra il capoluogo e le frazioni di Badia Pozzeveri, Marginone e Spianate, da ricostruire. Numeri, storie, nomi che tornano alla luce dopo anni di silenzio grazie al lavoro dell'amministrazione comunale, coordinato dal presidente del consiglio comunale con delega alla continuità della memoria storica, Sergio Sensi insieme con l'Istituto storico della resistenza e dell'età contemporanea in provincia di Lucca, dedicato alla ricostruzione della memoria del paese e a innescare un vero e proprio percorso di riappropriazione collettiva di quello che successe in quegli anni. Un lavoro che vedrà un primo momento di restituzione alla cittadinanza domenica 6 settembre, quando, per celebrare il 76° anniversario della Liberazione di Altopascio, si terrà la manifestazione "Le strade della memoria": un vero e proprio percorso che si svilupperà in centro paese e nelle frazioni, lungo un itinerario che toccherà i luoghi offesi dalla Seconda Guerra Mondiale. Il ritrovo è 16 in piazza Vittorio Emanuele; alle 16.30 il percorso arriverà a Marginone, in piazza Giacomo Matteotti, per poi approdare alle 17 a Spianate in piazza San Michele e concludere alle 17.30 in piazza IV Novembre a Badia Pozzeveri. In ogni tappa sarà apposta una targa a perpetuo ricordo degli orrori che tutta la popolazione altopascese subì tra il 10 settembre 1943 e il 4 settembre 1944: 11 mesi e 24 giorni di occupazione tedesca. La giornata si chiuderà alle 18 all'Hostal Badia di Badia Pozzeveri, nell'area dell'antica abbazia camaldolese, per i saluti istituzionali e un momento di raccoglimento e racconto dei fatti di quegli anni. 

La ricerca prosegue: l'opera di catalogazione, archiviazione e riscoperta continuerà anche nei prossimi mesi, con l'obiettivo di riportare alla luce fatti e dettagli di una pagina dolorosa della storia altopascese, la cui conoscenza è oggi necessaria per mantenere vivi il ricordo e la memoria.

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