“L’articolo 21 della costituzione parla chiaro: tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Eppure, oggi uno di questi mezzi non è più libero: i manifesti stradali”. Questa è la denuncia che arriva da Pro Vita & Famiglia.
“Nel 2021, nel silenzio generale, è stata approvata una norma che limita gravemente la libertà di espressione: l’articolo 23, comma 4-bis del codice della strada. Questa disposizione vieta l’esposizione di manifesti ritenuti offensivi, lesivi o discriminatori verso concetti vaghi come i diritti civili o l’identità di genere- prosegue l’associazione- Una legge scritta in modo ambiguo, che viene usata con un solo scopo: censurare le voci pro vita e pro famiglia. Chi decide cosa è offensivo, chi stabilisce cosa si può dire o mostrare? La risposta è inquietante: i sindaci e le amministrazioni, che impongono la loro ideologia sulle strade e sulle piazze di tutti con l'avallo della magistratura imparziale. Negli ultimi anni, decine di manifesti di Pro Vita & Famiglia sono stati vietati o rimossi in tutta Italia: manifesti per il diritto alla vita, per proteggere i bambini contro il gender nelle scuole, contro l'utero in affitto, sulla pillola abortiva RU486. Tutti censurati”.
Per questo, l’associazione ha deciso di lanciare una petizione indirizzata ai presidenti di camera e senato per chiedere una legge che tuteli i manifesti sociali con la stessa protezione prevista per la libertà di stampa. “Si è aperto uno spiraglio, e dobbiamo agire immediatamente. In questi giorni, il senatore di Fratelli d'Italia Lucio Malan ha fatto una scelta coraggiosa: con una proposta di modifica radicale dell'articolo 23, comma 4-bis, chiede che sia finalmente limitato l'abuso di questa legge liberticida, chiarendo che i divieti possono riguardare solo la pubblicità davvero offensiva o illegale, e non le comunicazioni sociali e valoriali, come quelle che difendono la vita, la famiglia e la libertà- proseguono a dichiarare- Ma serve una spinta popolare, perché questa battaglia non è solo politica: è una battaglia per la verità, per la democrazia e per la dignità umana. Ogni manifesto censurato non è solo un'immagine oscurata: è una verità taciuta, una voce spenta, un pezzo di libertà sottratto a tutti. Quando una legge permette di vietare un'idea solo perché non politicamente corretta, quella legge diventa uno strumento di potere; e quando i giudici confermano queste censure, la democrazia perde la sua voce più autentica: quella del popolo libero”.
“Non possiamo lasciare che la paura o l'indifferenza decidano chi può parlare e chi no- conclude Pro Vita & Famiglia- Chiediamo al parlamento di intervenire per ripristinare la libertà di opinione e di parola prevista dall'articolo 21 della costituzione, estendendola anche alle affissioni sociali e valoriali. Solo così potremo dire davvero che l'Italia resta un paese libero, dove si può ancora affermare, senza paura, che ogni vita è un dono, ogni verità ha diritto di essere detta, e ogni cittadino ha diritto di esprimersi. Difendere la libertà di espressione significa difendere la libertà di ogni persona di dire la verità, di amare la giustizia e di costruire un futuro in cui la vita non venga mai censurata. Se lasciamo che il silenzio prenda il posto del dialogo, e la paura il posto della verità, non sarà solo un manifesto a scomparire, ma la voce stessa della nostra coscienza civile. Solo insieme possiamo restituire alle nostre città la libertà di parlare, di pensare e di mostrare la bellezza della vita. Perché la libertà non è un privilegio da pochi: è il diritto di tutti”.
Pro Vita & Famiglia contro le limitazioni ai manifesti stradali: “Lanciamo una petizione per garantire la libertà di parola”
Scritto da Redazione
Politica
29 Ottobre 2025
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