Politica
Forza Italia sempre più protagonista a Viareggio
In via Fratti si è tenuta infatti l'inaugurazione della nuova sede, alla presenza dell'Onorevole Deborah Bergamini, del Segretario provinciale Carlo Bigongiari e del Segretario comunale Vittorio Fantoni, insieme a numerosi iscritti e simpatizzanti

Lucca è un grande noi: "LuccArena: i soldi non ci sono, la cittadinanza è stanca della propaganda inutile"
'Lucca è un grande noi, lista civica' interviene il giorno dopo la presentazione dei lavori per la nuova arena dello sport al…

Accorpamenti di istituto, la contrarietà di Alfarano del Pd e di Lista Futura
Di fronte ad una normativa nazionale ancora cogente che impone accorpamenti di istituto vogliamo, in qualità di consiglieri del Partito Democratico e della lista Futura di due comuni…

Brigate rosso-nere
La sera dell’8 novembre 1978 ero in servizio di picchetto alla Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, quando giunse un carro attrezzi con un’auto crivellata di colpi. Doveva essere sottoposta agli esami di rito da parte del Centro Carabinieri Investigazioni Scientifiche, antesignano dei C.S.I. “de noantri”, i RIS

Il comitato 10 Febbraio plaude all’installazione di una panchina tricolore a Lucca
“Apprendo con piacere che il 4 novembre scorso anche il Consiglio comunale di Lucca ha approvato l’installazione di una panchina tricolore. Un altro piccolo, ma importante tassello sulla…

Estate 2025: Viareggio cresce e convince. Turismo in salute nonostante le sfide meteo
Viareggio chiude la stagione estiva 2025 con numeri che parlano da soli: la città ha saputo attrarre, accogliere e fidelizzare i visitatori, confermandosi una destinazione turistica solida e competitiva, anche in un contesto nazionale segnato da flessioni significative

Viareggio, Simoni traccia la rotta: centrodestra unito, apertura al civismo e un sindaco espressione della città
In vista delle prossime elezioni amministrative, Massimiliano Simoni Consigliere Regionale Lega, delinea la strategia chiara per Viareggio: costruire una proposta compatta del centrodestra, capace di presentarsi agli elettori con una sola voce e con un progetto riconoscibile

Scudo penale e alabarda spaziale
La recente proposta targata Fratelli d’Italia, volta a mitigare gli automatismi perversi dell’atto dovuto, ha scatenato – ma era ovvio – il putiferio, con l’opposiuzione a strepitare contro…

Mozione in Consiglio sull'acqua, Bianucci: "La votazione ha reso evidente le spaccature all'interno della maggioranza, tra un mese scade la convenzione con GEAL e siamo al caos"
"Sul futuro del servizio idrico lucchese e della nostra acqua, le divisioni all'interno della maggioranza di destra sono ormai evidenti e l'Amministrazione comunale procede in…

Riccardo Zucconi saluta il prefetto Scaduto
"Con la conclusione del suo incarico a Lucca, desidero rivolgere un ringraziamento al Prefetto Giusi Scaduto per il lavoro svolto in questi due anni al servizio delle…

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Finalmente una tregua in Medio Oriente tra Hamas ed Israele!! L’auspicio è che tenga e soprattutto che si possa scongiurare la sensazione che si tratti, in definitiva, solo di una breve parentesi per liberare gli ostaggi e non il reale presupposto per arrivare ad una pace definitiva. L'accordo ratificato, in queste ore, dal gabinetto di guerra presieduto da Bibi Netanyahu, è passato al vaglio di un organo democratico costituzionalmente previsto. Una decisione che ha fatto registrare (anche) il dissenso di coloro che erano contrari all’intesa raggiunta in Quatar dai mediatori tra le due parti. Il ministro Ben Gvir, responsabile della sicurezza nazionale, esponente di uno dei partiti oltranzisti religiosi di Tel Aviv, si è infatti dimesso dalla carica perché contrario alla tregua, nel mentre manifestazioni di protesta dello stesso segno si sono svolte per le strade della capitale israeliana. Insomma, la macchina della democrazia ha svolto il proprio compito giungendo ad una decisione assunta da chi oggi rappresenta la volontà popolare nel Paese della Stella di David, misurata attraverso il libero voto. Sull’altro versante, quello palestinese, hanno deciso gli attuali capi della frangia terroristica che ha provocato e scatenato tutto quel che di tragico è poi avvenuto. Muti astanti, se non estranei, i rappresentanti del governo di quello Stato capeggiato dal fantoccio Abu Mazen e dai suoi inutili ministri. Eppure il prezzo pagato, in termini di vite umane e di radicale distruzione da parte di quella nazione, ammonta a circa cinquantamila morti!! Gente inerme che, seppure pronuba e complice dei terroristi, ha pagato per le scelte scellerate di Hamas e della politica che vuole annichilire Israele e quello che gli Ebrei rappresentano: un vessillo di democrazia in quell’area geografica ove gli Stati sono in mano a satrapi, monarchi, teocrati e frange eversive. La differenza del prezzo pagato da quel popolo è stata immensa, oltre che diverse sono apparse la modalità di decisione e la natura politica dei decisori tra le diverse parti in lotta. Cosa cambia sul piano politico? Cambia eccome!! Da un lato, infatti, troviamo uno Stato retto dalla democrazia e da decisori politici legittimati, dal voto, a decidere in nome del popolo; dall’altro il perpetuarsi di una caotica situazione nella quale le istituzioni statali formali sono risultate inermi ed i decisori si sono ritrovati senza alcun mandato. In soldoni: al momento non traspare alcuna garanzia diplomatica e politica da parte palestinese, affinché la tregua sia realmente l'anticamera della pace e quest’ultima il presupposto per una futura civile convivenza di popoli appartenenti a due Stati sovrani. Non basterà far tacere le armi per giungere alla pace stabile e duratura, senza istituzioni salde e democratiche. Queste ultime richiedono ben altre condizioni che vadano oltre la tregua armata e sono essenzialmente di natura politica ed attengono alla struttura istituzionale che assumerà la Palestina. Se questa resterà preda delle frange ideologiche di matrice marxista rivoluzionaria e di quelle fideisticoo religiose, allora non si andrà molto lontano. Occorre insomma recidere il nodo gordiano della coesistenza non tra due popoli, seppure di matrice religiosa diversa e da secoli in aperta antitesi tra loro, ma tra due realtà statuali che esercitino le regole democratiche al loro interno, governino una società civile e soprattutto partecipe!! L’idea che Israele debba essere cancellato dalla faccia della Terra nasce proprio da presupposti etico religiosi, dalla mancanza di istituzioni liberali, costumi sociali e dall’esercizio di diritti individuali. Gli stili di vita radicalmente diversi sono legati a modalità di governo confacenti all’idea che sia lo Stato democratico palestinese a determinare i rapporti con Tel Aviv non una banda di assassini. Il vero “ballon d’essai“ è la tenuta dello Stato palestinese, la sua laicità rispetto al fideismo musulmano, la sua capacità di sposare le regole della democrazia, dei diritti e delle libertà per il proprio popolo. Senza questi presupposti, infatti, le file delle frangie eversive torneranno a ricostruirsi, il popolo sarà ancora ritenuto una massa d’urto e di propaganda, invitato a collaborare con i progetti di instaurazione di una comunità che cresce nell’odio religioso e nel contrasto politico al modello di democrazia occidentale. Identico discorso vale per la Siria, da poco liberata dalla satrapia di stampo socialista e filo russa di Bashar al-Assad e governata dall’esecutivo provvisorio di Abdurrahman Mustafa. Anche qui la scommessa e’ sulla democrazia politica. Così per il Libano ove la rielezione di Michel Aoun alla presidenza del "Paese dei cedri" va valutata con la medesima misura e la capacità dello Stato di liberare quella nazione dal corpo terroristico filo iraniano degli Hezbollah che controlla tutto il Sud del Paese. Milioni di profughi dovranno tornare in patria ed impegnarsi a ricostruire un tessuto politico sociale ed economico autonomo si spera di stampo occidentale, ossia democratico e garantista per tutte le etnie religiose. Gli irenici che, per anni, hanno sfilato con la bandiera arcobaleno invocando una pace indeterminata ed indistinta, hanno spesso caricato di responsabilità morali l’Occidente per quanto accaduto in quella martoriata regione. Tuttavia, piaccia o meno, senza la deprecata democrazia e le istituzioni occidentali non si andrà mai oltre la pace.
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Il capogruppo del Pd Enzo Alfarano interviene polemicamente sulla notizia della riapertura di oggi pomeriggio alle 18 del teatro di Ponte a Moriano: "Finalmente, al termine di un lungo iter, oggi si giunge alla riapertura del Teatro Nieri di Ponte a Moriano, ennesima ed importante opera ereditata dalla precedente amministrazione, ora gestito dal Teatro del Giglio. Come già più volte scritto, l'auspicio è che la fruibilità di tale spazio continui ad essere piena per le compagnie amatoriali, a cui devono essere garantite giornate a costi accessibili. Un segnale apprezzato in tale senso sarebbe stata la concessione della possibilità di esibirsi alle stesse compagnie amatoriali anche nel momento inaugurale, che è stato invece appannaggio di altri artisti, sicuramente apprezzabili. Purtroppo nel comunicato stampa che annuncia la riapertura scopriamo anche che l'utilizzo effettivo del Teatro non potrà avvenire prima del mese di aprile. L'impegno che, come capogruppo del Partito Democratico, mi sento di portare avanti è quello di controllare che questa data non slitti ulteriormente in avanti e che la fruibilità per le compagnie amatoriali sia piena, anche per salvaguardare una funzione sociale dell' arte di cui vi è un sempre maggiore bisogno".


