Economia e lavoro
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Intelligenza artificiale e professioni: tanta partecipazione al concorso indetto dagli ordini professionali lucchesi
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Imprese, Conflavoro: per il 93 per cento delle aziende la burocrazia della Pubblica amministrazione ha un impatto critico
Il 93 per cento delle imprese italiane ritiene che leggi, regolamentazioni e adempimenti burocratici abbiano un impatto problematico sulle loro attività e di queste, oltre la metà (il 48%), lo considera significativamente negativo

Presentato il Rapporto Garfagnana 2025: tra sfide e risorse, un territorio in cerca di futuro
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Passaggio di testimone alla guida di Confesercenti Lucca. Adriano Rapaioli, già responsabile Massa Carrara, prende il posto di Daniele Benvenuti al quale rimangono quindi le aree di Pisa…

100% made in Italy, Conflavoro consegna Certificazione vITA a U-BOAT di Italo Fontana
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Export in calo nel primo semestre 2025 per Pisa, Lucca e Massa-Carrara
L'export delle province di Pisa, Lucca e Massa-Carrara ha chiuso il primo semestre 2025 con il segno meno. Un risultato in controtendenza rispetto al quadro nazionale (+2,1%) e soprattutto alla Toscana, che ha segnato un brillante +11,8% grazie alla spinta della farmaceutica e dell'oro aretino

La Camera di Commercio presenta il Rapporto 2025 sulla Garfagnana
Si terrà venerdì 10 ottobre, a partire dalle 11, nella chiesa dell’ex convento di S. Anna a Pieve Fosciana, la presentazione del Rapporto Garfagnana 2025 realizzato dall’Istituto…

Elezioni regionali, le richiesta di Cna Lucca ai candidati dei vari schieramenti
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Salute e sicurezza sul lavoro, sos della Uil: "Toscana e Lucchesia, dati preoccupanti"
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Il 93 per cento delle imprese italiane ritiene che leggi, regolamentazioni e adempimenti burocratici abbiano un impatto problematico sulle loro attività e di queste, oltre la metà (il 48%), lo considera significativamente negativo, con conseguente aumento dei costi, diretti e indiretti. È quanto emerge dal Rapporto 'L'impatto delle criticità della Pubblica Amministrazione sulla competitività e la crescita delle micro, piccole e medie imprese', realizzato da Conflavoro in collaborazione con la Luiss Business School, che ha interessato un campione rappresentativo di 650 imprese che operano sul territorio italiano nei settori manifattura, costruzioni, commercio, turismo e servizi, con una presenza maggiore di micro imprese (322). Lo studio ha approfondito come le micro, le piccole e le medie aziende italiane percepiscono l'impatto che la Pubblica Amministrazione ha sulla loro competitività e capacità di sviluppo. L'inefficienza degli apparati amministrativi costituisce un nodo ancora irrisolto, che ha accompagnato il nostro paese durante tutta la sua storia.
IMPATTO DELLA PA, UNA RICERCA EMPIRICA
L'eccesso di leggi e normative rende le procedure pubbliche onerose, complesse, lente e incerte, con uno specifico impatto negativo sulle imprese, in particolare quelle meno solide, che presentano una sostenibilità economica meno forte. Secondo la ricerca di Conflavoro-Luiss Business School, il 43% delle imprese italiane segnala perdita di tempo e scoraggiamento imprenditoriale, mentre il 18% indica una minore propensione a investire. Riguardo al tipo di reazione che l'impresa ha rispetto alle problematiche causate dalla Pa, il 25% limita la crescita per evitare eventuali difficoltà. Il 48% del campione intervistato ritiene che il vero problema sia la mancata attuazione delle norme. È significativa, poi, l'alta percentuale (40%) di aziende che ritiene che "la complessità delle norme è anche colpa delle imprese che operano nell'area grigia". Il 20% lamenta concorrenza sleale, il 15% lunghezza dei processi e il 4% imprevedibilità dei controlli. Per il 19% delle imprese, tra i fattori di criticità, vi è la "scarsa efficienza e competenza del personale della Pa", mentre il 13% evidenzia la "poca chiarezza sulla responsabilità dei funzionari pubblici". Sul fronte della digitalizzazione, la percezione è in gran parte positiva: il 39% del campione considera i "sistemi digitali della Pa efficienti e facilmente utilizzabili". Avere regole semplificate per le Pmi diverse da quelle previste per le grandi imprese è l'esigenza più diffusa tra le aziende (61%).
IL RAPPORTO, LE PROPOSTE E I COMMENTI PROPOSTE DI MIGLIORAMENTO PER LA PA
Come si evince dal Rapporto, per migliorare la sua azione nei confronti del mondo imprenditoriale la PA dovrebbe: limitare il costo complessivo (diretto e indiretto) che l'impresa deve sostenere per allinearsi alla normativa rilevante in proporzione alla dimensione aziendale; attivare dei meccanismi di compensazione economica per le imprese più colpite; prevedere delle forme di esenzione mirate per le Pmi, nel caso in cui i costi generati dalla normativa sono troppo elevati e l'impatto sulla collettività è basso; rafforzare la formazione e la responsabilizzazione dei funzionari pubblici, riducendo il fenomeno della "burocrazia difensiva"; coinvolgere le associazioni di rappresentanza delle imprese minori; proseguire nella digitalizzazione delle procedure previste dalle normative. Affinché queste azioni della Pa risultino efficaci occorre distinguere le imprese allineate alle normative da quelle che non lo sono e avvalersi, quindi, di un sistema di certificazione della compliance per dimostrare l'adesione dell'azienda alle previsioni di determinate normative.
WALTER RIZZETTO, PRESIDENTE XI COMMISSIONE LAVORO PUBBLICO E PRIVATO DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
"Sul tema della riduzione del costo del lavoro il Governo sta intervenendo con misure significative, che vanno nella direzione di sostenere la competitività delle imprese e l'occupazione. Per quanto riguarda i fondi interprofessionali, siamo favorevoli a un rafforzamento dei controlli, così da garantire verifiche più approfondite e un utilizzo efficace delle risorse. È fondamentale promuovere una formazione continua, mirata e obbligatoria, in particolare quella legata alla sicurezza sul lavoro, che rappresenta uno strumento decisivo per ridurre il numero di infortuni. Un eccesso di formule burocratiche incide negativamente sulla produttività. Serve una regolamentazione più chiara e lineare, come quella impostata nel ddl Semplificazioni, capace di ridurre anche i costi legati alla consulenza e all'intermediazione. Esiste una 'buona burocrazia', quella che assicura uniformità, trasparenza, certezza del diritto e parità di accesso ai servizi pubblici, valori essenziali per una pubblica amministrazione moderna ed efficiente. Come indicato anche nel Rapporto Draghi, è necessario ridurre i costi, investire in innovazione e digitalizzazione. In questa prospettiva, le nuove tecnologie, a partire dell'intelligenza artificiale, possono rappresentare un importante acceleratore di semplificazione e di efficienza".
MARIA TERESA BELLUCCI, VICEMINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI, È INTERVENUTA CON UNA LETTERA
"Esprimo il mio apprezzamento per l'evento realizzato da Conflavoro in collaborazione con Luiss Business School, così significativo per il mondo produttivo italiano. Il dialogo tra Pubblica Amministrazione e Imprese, in particolare le micro, piccole e medie, rappresenta un asse strategico per lo sviluppo economico e sociale della Nazione. Il Rapporto presentato oggi non si limita a fotografare le criticità esistenti, ma propone soluzioni concrete per rafforzare l'interazione tra Pa e tessuto imprenditoriale. Semplificazione, digitalizzazione, trasparenza e valorizzazione del capitale umano sono i pilastri su cui il Governo Meloni è impegnato per rendere la macchina pubblica più efficiente e alleata dello sviluppo sia economico che sociale. Un sistema amministrativo moderno non solo può contribuire a liberare preziose energie imprenditoriali, ma anche a rafforzare il patto di fiducia tra Istituzioni e società. L'obiettivo del Patto tripolare che il Governo Meloni sta promuovendo tra Istituzioni, Imprese e Terzo Settore va proprio nella direzione di una governance partecipata e orientata alla crescita e costruzione del bene comune".
MARIANGELA BENEDETTI, DIRIGENTE UNITÀ PER LA SEMPLIFICAZIONE – DIPARTIMENTO DELLA FUNZIONE PUBBLICA, PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
"Questa ricerca ha il pregio di mettere in evidenza un dato noto da tempo, ovvero l'incapacità della Pa di calibrare le proprie misure sulle piccole e medie imprese. Allo stesso tempo, ci illustra anche quali sono gli strumenti da migliorare per poter superare queste disfunzioni. Il Rapporto sistematizza problemi e soluzioni, ovviamente gli strumenti sono quelli della semplificazione, del miglioramento del capitale umano, della buona qualità della pubblica amministrazione, strumenti messi in campo dal Pnrr e dal Ministero per la Pubblica Amministrazione per migliorare la nostra Pa. Il passo in più che va fatto è quello di assicurarsi che questi strumenti vengano inseriti all'interno del panorama imprenditoriale e lo siano differendoli in base alla dimensione delle piccole e medie imprese".
PAOLA PICONE, DIRIGENTE DELLA DIVISIONE IV DEL MIMIT POLITICHE PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE, LE START UP, IL MOVIMENTO COOPERATIVO, L'ECONOMIA SOCIALE
"Il Mimit è pienamente consapevole delle difficoltà che le piccole e medie imprese affrontano nel loro rapporto con la pubblica amministrazione. Le PMI rappresentano il cuore del tessuto economico italiano, ma un'eccessiva burocrazia ne frena la competitività e la capacità di innovare. Dai tavoli di confronto è emersa con chiarezza la necessità di ridurre gli oneri amministrativi e semplificare i processi. Stiamo lavorando per introdurre una valutazione d'impatto più efficace e mirata, capace di tenere conto delle esigenze specifiche delle Pmi nei diversi settori produttivi. Siamo, inoltre, impegnati ad affermare le istanze delle imprese italiane anche nei tavoli europei, dove si definiscono regole e strumenti fondamentali per la loro crescita. Occorre un nuovo approccio, con una Pubblica Amministrazione che sappia ascoltare, misurare e rispondere alle esigenze del mondo imprenditoriale. Per rendere effettive le riforme, è indispensabile investire nella formazione e nella digitalizzazione, affinché la Pa diventi un vero partner di sviluppo per le Pmi".
IL PRESIDENTE DI CONFLAVORO, ROBERTO CAPOBIANCO
"Il Rapporto che Conflavoro ha realizzato insieme alla Luiss Business School offre un quadro stimolante di come l'impatto della Pubblica Amministrazione, con i suoi limiti, influisce sull'attività delle micro, piccole e medie imprese. Preoccupa, in particolare, che il 93% del campione intervistato ritenga come leggi, regolamentazioni e adempimenti burocratici abbiano un impatto problematico sulle loro attività. È un dato che pesa ed è sintomatico di come sia urgente, oggi, andare oltre le analisi generiche e cercare di capire l'origine di queste difficoltà e del motivo per cui influiscano concretamente sulla quotidiana attività imprenditoriale. Una maggiore consapevolezza su questi temi permette di approfondire le implicazioni reali dell'azione pubblica sulla competitività delle imprese di dimensione minore, tenendo conto delle differenze territoriali, dimensionali e settoriali. L'obiettivo resta quello di avvicinare la PA al mondo delle imprese per supportarne lo sviluppo in maniera funzionale, seguendo normative chiare e fluide e incentivando questa crescita".
MATTEO CAROLI, ASSOCIATE DEAN FOR SUSTAINABILITY AND IMPACT LUISS BUSINESS SCHOOL
"Ci sono due criticità che ostacolano lo sviluppo delle imprese italiane. La prima riguarda la grande quantità di norme, spesso complesse e articolate, mentre la seconda è legata ai limiti di effettività, con il risultato che chi non rispetta le normative ha una probabilità significativa di non essere scoperto: la concorrenza sleale del sommerso penalizza chi opera nella legalità. In questo contesto, le Pmi necessitano di una semplificazione normativa e di leggi pensate per la loro dimensione e le loro peculiarità. La proposta di legge sulle Pmi, attualmente in discussione al Senato, rappresenta quindi un passo avanti significativo. Dalla ricerca emerge, inoltre, l'importanza di un continuo miglioramento delle competenze all'interno della Pubblica Amministrazione. In particolare, su temi tecnici, spesso mancano competenze adeguate, creando difficoltà nell'interazione tra gli imprenditori e la Pa. Infine, è necessaria una comunicazione più efficace da parte della Pa in merito ai cambiamenti normativi, dato che molte imprese non hanno una chiara percezione o conoscenza delle novità legislative. Una migliore diffusione delle informazioni potrebbe facilitare il rispetto delle regole e migliorare il rapporto tra imprese e istituzioni". Tra gli altri hanno preso parte Alberto Rizzi, Amministratore Delegato Dedem S.p.A.
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Presentato venerdì mattina, nella Chiesa dell'ex Convento di Sant'Anna a Pieve Fosciana, il Rapporto Garfagnana 2025, realizzato dall'Istituto di Studi e Ricerche su incarico della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest e con il patrocinio del Comune di Pieve Fosciana. L'incontro è stato aperto dai saluti del Sindaco, Luciano Angelini e del Presidente della Camera di Commercio Valter Tamburini, cui è seguito l'intervento del Presidente dell'Istituto di Studi e Ricerche Sergio Chericoni.
Dall'analisi, presentata dal ricercatore Massimo Marcesini, emerge un territorio sospeso tra fragilità strutturali e segnali di resilienza. La popolazione residente è scesa a 25.889 abitanti a fine 2024 (-5,5% negli ultimi cinque anni), con un indice di vecchiaia in costante aumento. Le imprese guidate dai giovani under 35 restano limitate, pur con un saldo positivo tra aperture e cessazioni: il rinnovamento generazionale costituisce un'opportunità per stimolare innovazione e dare nuovo slancio al tessuto economico.
A fine 2024 le imprese risultano 2.240 (-1,1% rispetto al 2023; -7,8% negli ultimi cinque anni), con un'età media degli imprenditori superiore ai 52 anni. I servizi coprono il 55% delle attività, mentre turismo e ristorazione mostrano buona tenuta; in calo edilizia e commercio. Gli addetti complessivi (6.200 secondo dati 2022) restano stabili rispetto al 2019, con un lieve aumento dei dipendenti e cali nei comparti industriale e commerciale. La presenza straniera riguarda il 6% della popolazione e l'8% delle imprese, soprattutto nei settori ristorazione e costruzioni.
«Il Rapporto Garfagnana – dichiara Valter Tamburini, Presidente della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest – rappresenta un vero investimento di conoscenza. Solo da dati solidi e da analisi rigorose possono nascere politiche efficaci per accompagnare i territori. Le aree interne non sono spazi marginali, ma luoghi dove si custodiscono identità, saperi e biodiversità che rendono più forte l'intero sistema economico e sociale. I numeri ci mostrano difficoltà reali – dallo spopolamento alla contrazione delle imprese – ma anche una sorprendente capacità di tenuta: la scuola, il turismo lento, l'agricoltura di qualità e la coesione sociale restano pilastri su cui costruire nuove strategie di sviluppo condivise e durature.»
«Lo studio – sottolinea Sergio Chericoni, Presidente dell'Istituto di Studi e Ricerche – ci invita a leggere la Garfagnana attraverso due lenti: quella dei numeri freddi e quella dei numeri caldi. I primi ci parlano delle fragilità strutturali, del calo demografico e produttivo che caratterizzano le aree montane. I secondi, invece, raccontano l'energia del territorio: una comunità che resiste, innova, accoglie e mantiene vivo il proprio tessuto sociale. In questa doppia prospettiva la Garfagnana emerge come un laboratorio di resilienza e sperimentazione, dove la conoscenza diventa il punto di partenza per immaginare un futuro sostenibile e condiviso.»
Il turismo resta uno dei principali motori economici: sebbene le presenze nel 2024 siano calate del 3,6% rispetto al 2023 (al netto delle locazioni turistiche), sono aumentate del 15% rispetto al 2019, a fronte di una flessione che in provincia risulta del 5%. L'offerta ricettiva si è diversificata, con una crescita dell'extralberghiero e degli agriturismi, mentre l'alberghiero si è leggermente ridimensionato. Le locazioni turistiche brevi rappresentano ormai il 42% della capacità ricettiva complessiva dell'Ambito Garfagnana e Media Valle del Serchio, contribuendo a diversificare e rendere più flessibile l'offerta.
In agricoltura, le superfici biologiche coprono il 12% e le aziende specializzate sono 39, con un lento aumento rispetto agli anni precedenti. Gli agriturismi raggiungono le 88 strutture attive (+17% posti letto dal 2019), a conferma di una buona integrazione tra agricoltura, turismo e sostenibilità.
Sul piano sociale e culturale, la Garfagnana mostra punti di forza: 25 istituti scolastici diffusi sul territorio, un sistema sanitario con 5 posti letto ogni 1.000 abitanti, 130 enti del Terzo settore con oltre 2.000 volontari, 40 imprese culturali e artistiche, 7 musei e 265 pubblici esercizi, veri e propri spazi di socialità e presidio economico nei centri minori.
La mattinata si è conclusa con la tavola rotonda "Radici e nuove rotte: agricoltura, cultura, turismo e ambiente come motori di sviluppo sostenibile", moderata dal giornalista Andrea Cosimini. Vi hanno partecipato rappresentanti istituzionali e imprenditoriali locali, tra cui Andrea Elmi, Vicepresidente Vigneto Toscana, Giuliana Giuntini, imprenditrice agrituristica, Massimo Gramigni, Copromotore Festival Mont'Alfonso sotto le stelle, Marina Lauri, Presidente del GAL MontagnAppennino, Eva Malacarne, Direttrice artistica della Compagnia Semi Volanti, Andrea Tagliasacchi, Presidente dell'Ente Parco Regionale delle Alpi Apuane. Dal confronto è emersa la necessità di un approccio integrato allo sviluppo del territorio, in cui agricoltura, cultura, turismo e tutela ambientale siano considerati componenti complementari di un modello sostenibile. La valorizzazione delle risorse locali, il rafforzamento delle filiere, il ruolo della cultura come motore di comunità e l'importanza dell'ambiente come infrastruttura strategica sono stati indicati come elementi chiave su cui investire.